La riunione del Senato accademico dell’Università La Sapienza di Roma ha scatenato nuove proteste tra gli gli studenti del collettivo “Cambiare Rotta” e i rappresentanti del Cobas, che si sono riuniti fuori dal rettorato per esprimere la loro contrarietà al conflitto mediorientale e alle collaborazioni tra l’ateneo romano e le istituzioni israeliane. Inizialmente il corteo di protesta si è mantenuto pacifico, ma la situazione si è scaldata velocemente a seguito della pubblicazione del documento redatto dal senato accademico.
“La Sapienza rifiuta l’idea che il boicottaggio della collaborazione scientifica internazionale, la rinuncia alla libertà della didattica e della ricerca, e la negazione delle associate responsabilità di ogni singolo ricercatore possano favorire la pace e il rispetto della dignità umana” si legge nella nota che ha fatto infuriare i manifestanti. La tensione è cresciuta velocemente e gli scontri tra polizia e studenti hanno portato all’arresto di due giovani, trasportati nelle caserme più vicine. Sembrerebbe che alcuni agenti siano rimasti feriti, così come alcuni studenti.
“La mia vicinanza alla rettrice, Antonella Polimeni. Quello che sta accadendo all’Università La Sapienza è vergognoso” ha scritto sui social la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, condannando duramente gli scontri avvenuti nell’ateneo di Roma. “La protesta legittima non può mai sfociare in violenza e prevaricazione. La decisione del Senato evidenzia che la comunità accademica non accetta imposizioni da una minoranza che vorrebbe isolare le università italiane dal contento internazionale – ha continuato la ministra – La ricerca non si boicotta“.
Le testimonianze dei manifestanti de La Sapienza
“Vergogna, assassini!” questi i cori che la folla di circa 300 manifestanti ha innalzato davanti al rettorato dell’Università La Sapienza. “Polimeni scendi giù“, ha gridato qualcuno dalla folla poco prima che gli scontri con le forze dell’ordine avessero inizio. “Di fronte alla mobilitazione degli studenti di oggi la risposta della Sapienza è stata nuovamente un Senato Accademico blindato e la celere.” ha scritto sui social il collettivo Fgc, aggiungendo: “L’ateneo è disposto a caricare i propri studenti piuttosto che ascoltare le istanze di migliaia tra studenti, ricercatori e docenti. La Rettrice si assuma le sue responsabilità. Dimissioni immediate!“.
Gli studenti avrebbero cercato di irrompere all’interno del rettorato, dando quindi inizio agli scontri con le squadre della celere. I manifestanti, dopo aver compreso di non poter perseguire il loro scopo, hanno cercato di spostarsi per raggiungere il commissariato di San Lorenzo, dove era stato portato uno dei manifestanti arrestati. “Resteremo qui fino a quando non scenderanno i ragazzi che sono stati fermati“, hanno detto i pochi presenti fuori dal commissariato, rivendicando: “La vostra repressione non ci fermerà“.
Le reazioni della politica
Il Viminale ha fatto sapere che il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi si è messo in contatto con il capo della polizia Vittorio Pisani per sincerarsi delle condizioni degli agenti rimasti feriti durante gli scontri. Il ministro ha voluto esprimere alle forze dell’ordine la sua “vicinanza e solidarietà“.
“Quanto è accaduto alla Sapienza per mano di sedicenti iscritti che usano l’università come strumento di reclutamento ideologico è lontano anni luce dal desiderio di pace in Medio Oriente” ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli (FdI), sottolineando che: “L’uso della violenza e dell’intimidazione è figlio di quell’odio che ha dato i suoi frutti avvelenati il 7 ottobre“. Rampelli ha espresso la sua solidarietà nei confronti della Rettrice Polimeni e del capo della polizia Pisani, specificando che “Non si può fermare la guerra facendo la guerra“.
Anche Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha deciso di commentare gli scontri avvenuti a La Sapienza di Roma. “Hanno tentato di assaltare il rettorato e un commissariato, hanno danneggiato le auto, hanno picchiato un servitore dello Stato perché dirigente di Polizia” ha scritto sui social, criticando quegli studenti che “parlano di pace ma usano la violenza“. Questi, secondo Renzi “non stanno difendendo la causa palestinese, stanno violentando le istituzioni italiane. Parlano di antifascismo ma sono per primi loro violenti e fascisti“.