Arriva la proposta dell’Associazione per la gestione del reddito di cittadinanza: “Stimolare la libera iniziativa e il lavoro e non l’assistenzialismo”
“Non siamo contrari al RDC, ma non così com’è oggi”. Il presidente dell’Associazione Nazionale Autonomi e Partite Iva, Eugenio Filograna, chiarisce così la sua posizione, facendo riferimento ad una più giusta assistenza che vada a vantaggio di coloro che non possono lavorare, anche a causa di problemi fisici.
Il piano di modifica del RDC
Le parole del presidente dell’Associazione Nazionale Autonomi e Partite Iva sono decisive. Filograna vuole che l’assistenza alla povertà sia garantita per le persone considerate come “invisibili” per lo Stato. Negli ultimi tre anni, sono stati erogati circa 20 miliardi di euro destinati al reddito di cittadinanza, ma anche per bonus vari – affitto, energia elettrica, benzina e acqua. Secondo le stime, molte persone che hanno percepito il RdC lavorano in nero, altri, invece, sono giovani che hanno perso lo stimolo di lavorare. Per questi motivi, l’Associazione Nazionale propone di affidare i fruitori del RDC alle associazioni di volontariato con obbligo di presenza fino a quando non troveranno un lavoro. Ciò, farebbe uscire allo scoperto i non aventi diritto.
Le dichiarazioni di Filograna
“Riteniamo che aver prolungato il RdC 22 mesi non sia la soluzione migliore. Il Governo avrebbe dovuto invece adottare una decisione forte: tutti i fruitori in grado di lavorare, giovani e meno giovani, avrebbe dovuto affidarli ad associazioni di volontariato con l’obbligo di presenza” afferma il presidente Filograna. I settori interessati sono molti, già a partire da quello sanitario e protezione civile: “Noi Autonomi e Partite Iva vogliamo stimolare la libera iniziativa e il lavoro e non l’assistenzialismo a tutti i costi. Il reddito di cittadinanza deve essere produttivo, legato al lavoro sia dipendente sia libero. Noi, con i nostri dipendenti, rappresentiamo tutta questa parte” continua il presidente. Grande attenzione quindi verso il futuro, partendo dai giovani che devono essere educati al mondo del lavoro.