La “riforma delle riforme“, il fiore all’occhiello del governo di Giorgia Meloni – che spera di poter presentare questo trionfo alle europee di giugno – sarà votato martedì prossimo. La Commissione Affari costituzionali del Senato voterà il cuore del ddl Casellati sul premierato elettivo, vale a dire l’emendamento del governo che introduce l’elezione diretta del premier. Sulla questione si è espresso Marcello Pera, che ha dato anticipazioni sul proprio “voto favorevole ma con mugugno“.
Premierato, la Commissione alle prese con gli emendamenti
La riforma del sistema di elezione del premier in Italia sta attraversando un momento critico. Martedì prossimo, la Commissione Affari costituzionali del Senato voterà la modifica più significativa del ddl Casellati sul premierato elettivo, che include anche l’emendamento proposto dal governo.
La novità sta nell’introduzione dell’elezione diretta del Capo del Governo, una proposta che ha scatenato non poche discussioni e valutazioni all’interno del parlamento. Infatti i lavori della Commissione si sono concentrati sull’analisi dei 600 sub emendamenti presentati dalle opposizioni al testo iniziale, al quale sono state apportate modifiche importanti rispetto all’originario progetto di legge.
Scartato il premio di maggioranza previsto per chi ottenesse il 55% dei seggi, introdotto un limite di due mandati esecutivi consecutivi e si è aggiunta la facoltà di revoca dei ministri alla già esistente prerogativa del premier di nominarli.
Premierato, il problema della legge elettorale
Marcello Pera, Presidente emerito del Senato, ha già annunciato il suo voto favorevole, ma ha espresso altresì alcune riserve. In particolare, Pera ha messo in dubbio la necessità dell’elezione diretta del primo ministro: “Basta dare al premier la cui coalizione vince le elezioni i poteri necessari“, ha affermato.
“Voto sì ma col mugugno“, annuncia il senatore Marcello Pera, di FdI, sottolineando “una lacuna” sul sistema elettorale. Infatti il problema che ha infiammato il dibattito, anche all’interno dello stesso centrodestra, è quello di quale legge elettorale affiancare al premierato. Richiesta che era stata avanzata da Forza Italia e Lega stesse.
Una risposta a questo quesito è arrivata dalla ministra Maria Elisabetta Casellati, che ha dichiarato che tale legge sarà dibattuta solo dopo che il progetto di riforma verrà approvato in prima lettura da Senato e Camera, una posizione, quest’ultima sostenuta anche da Balboni e dal capogruppo di Fdi Marco Lisei.
“Non puoi stabilire prima che fai eleggere direttamente il premier dai cittadini e poi decidi con quale legge elettorale lo eleggi – protestano i 5 Stelle – Dovrebbe casomai essere il contrario“. Lo stesso Balboni infatti ha affermato la presenza di problemi da risolvere, come quelli relativi ad un possibile voto disgiunto sulle schede per la votazione del premier e quelle delle due Camere. Oppure alle problematiche di come gestire situazioni in cui una coalizione superi la soglia di maggioranza solamente in una Camera o in cui si verifichino risultati opposti tra la Camera dei deputati e il Senato.
“Che si fa in quest’ultimo caso? – ha chiesto Parrini – si ripetono le elezioni? Non si assegna il premio e si fa un riparto proporzionale dei seggi?”. Restano molti i punti irrisolti e la votazione è quanto mai vicina, e questo potrebbe arrestare il processo o segnare un punto di svolta.