Il sindaco di Bologna Lepore in vista della fase dialettica che porterà alla nuova segreteria dei Dem: “A mancare è il confronto sulle idee”
“Manca il confronto sulle idee, il congresso va fatto bene e non deve essere una spartizione di poltrone”. Così il sindaco di Bologna Matteo Lepore, in vista della fase congressuale dei Dem.
Intervistato dal quotidiano La Stampa, Lepore spiega che “il cancro che sta divorando il Pd è che il confronto sulle idee si è fermato, è solo spartizione di poltrone e non costruzione di un profilo condiviso. Il Pd non può oscillare dai decreti Minniti al no al Jobs act, non può esserci questa schizofrenia, serve un profilo popolare e unitario. Bisogna riportare gli astenuti a votare: c’è una grande domanda di alternativa e non sento un vento forte verso la destra, quanto una spinta affinché la sinistra torni a fare il proprio mestiere”.
Per Lepore, le alternative che si stagliano davanti al Pd sono “un partito piccolo elitario, con un profilo ristretto, che consolida il consenso con le alleanze e che rappresenta solo i ceti produttivi; oppure tornare a essere un grande partito popolare in grado di unire il Paese, Nord e Sud, così come tutti i ceti sociali. Io penso che il Pd debba puntare alla seconda opzione. Ma questo andrebbe esplicitato e per questo serve una fase costituente vera. Nel Pd ci devono essere culture diverse, ma l’esigenza è quella dell’unità. E questo congresso non può essere di rottura, dove ci si confronta tra un Pd di destra o di sinistra: va archiviata questa modalità maschilista e gladiatoria”.