Il 13 ottobre è prevista la riunione tra i due rami del Parlamento per l’avvio ufficiale della 19esima legislatura: tanti i dossier ancora urgenti ancora aperti
Sta per cominciare la 19esima legislatura, dopo l’interruzione forzata della precedente. Giovedì 13 ottobre si riuniranno ufficialmente per la prima volta i due rami del Parlamento. Sul tavolo, l’eredità travolgente di provvedimenti da discutere e approvare, arenatisi a causa della caduta dell’esecutivo precedente, nonché la responsabilità, di qui ai prossimi mesi, di costituire un governo stabile, dopo i frequenti scossoni degli ultimi quattro anni.
Tre governi, tutti titubanti, si sono succeduti fra 2018 e 2022. La comica maggioranza giallo-verde del Conte I, quella giallo-rossa del Conte II, formata da Movimento 5 Stelle, PD, Leu e Italia Viva, conclusasi sullo sfondo della ancora tragica crisi Covid a causa delle tensioni con Matteo Renzi e il governo di unità nazionale di Mario Draghi, l’uomo del whatever it takes, insediatosi il 13 febbraio 2021, mentre nell’opinione pubblica strisciava un generale senso di stanchezza e confusione.
Adesso, la tabella di marcia è lunga. L’articolo 61 della Costituzione prevede che le due Camere si incontrino non oltre il ventesimo giorno dal voto. Ma il resto è variabile, a seconda del tempo che le varie forze politiche impiegheranno per raggiungere un accordo. Tuttavia, il 13 ottobre resta una data spartiacque.
Le scelte dei nomi dei presidenti
Senatori e deputati eletti sceglieranno innanzitutto i loro presidenti, rendendo già in qualche modo implicito un accordo di massima sul Governo. Dopodiché, sarà il momento di spuntare, a mano a mano, una to-do-list chilometrica. Fra i principali dossier che la nuova legislatura potrebbe dover affrontare inizialmente, spicca la delega fiscale, comprendente la riforma del fisco e la riforma del catasto, che si è arenato al Senato, dopo il via libera della Camera, e che ha incontrato il disaccordo delle forze di centrodestra.
I dossier più importanti sul tavolo
Segue l’annosa questione del taglio del cuneo, spazzata via poco prima che il governo Draghi avesse il tempo di vararla. Dovrà essere esaminato, inoltre, il decreto Aiuti ter, il delicato decreto per l’invio armi all’Ucraina, la riforma Quota 100 riguardo le pensioni, il tema del Superbonus edilizio, il dossier sull’Autonomia differenziata e la divisiva faccenda del Reddito di Cittadinanza, che potrà portare a una revisione della misura, se non proprio alla sua cancellazione, come paventato dal centrodestra durante la campagna elettorale.
La flat tax è poi un’altra questione scottante sul tavolo. Presumibilmente le leggi in materia di lotta all’omofobia, misogina e abilismo, legalizzazione della cannabis, fine vita e cittadinanza figurano in microscopiche note a piè di pagina. Si tratta, infatti, di iniziative per cui il centrodestra non ha taciuto il suo disappunto, adottando opinioni completamente opposte. Non resta, allora, che cerchiare in rosso sul calendario il 13 ottobre e attendere l’inizio di questa rinnovata legislatura.