Saranno eletti 10 parlamentari al Senato e 14 alla Camera. Tra i primi provvedimenti da affrontare: legge di Bilancio e le commissioni Affari costituzionali del Senato e della Camera
Con l’avvio della nuova legislatura, Camera e Senato pronti al rinnovo. Le commissioni dei due rami del Parlamento, l’anima dell’attività legislativa, si preparano a rinnovarsi: saranno eletti 10 parlamentari al Senato (dove il Regolamento è già stato adeguato alla riforma che ha ridotto il numero dei senatori) e 14 parlamentari alla Camera. Più le bicamerali. Mentre la Giunta (formata da dieci deputati presieduta dallo stesso Presidente che dovrà redigere il nuovo regolamento che sarà poi sottoposto al giudizio dell’Aula) sarà nominata dal nuovo Presidente della Camera.
I primi provvedimenti da affrontare
Tra i primi provvedimenti che dovranno affrontare c’è sicuramente la prossima legge di Bilancio, che attende di essere approvata entro il 31 dicembre. Inoltre, ad essere sicuramente al centro del dibattito politico della prossima legislatura, le commissioni Affari costituzionali del Senato e della Camera: infatti, le modifiche della Costituzione annunciate dal centrodestra in campagna elettorale, dovranno necessariamente passare da quelle commissioni prima di giungere nelle aule parlamentari.
Come funzionano le nuove commissioni
Le nuove commissioni saranno costituite dopo l’elezione dei presidenti della Camera e del Senato, dei vice presidenti, dei questori e dopo la formazione dei gruppi parlamentari, e la loro composizione dovrà rispettare (per quanto possibile) la proporzione esistente in Assemblea tra tutti i gruppi e il rapporto tra la maggioranza e l’opposizione. Ogni commissione alla prima seduta dovrà eleggere un presidente (con tutta probabilità saranno tutti del centrodestra), due vicepresidenti e due segretari, equamente divisi tra l’opposizione e i partiti che appoggiano il governo. All’opposizione sono affidate invece le presidenze delle commissioni di garanzia (la commissione di Vigilanza sulla Rai e il Copasir, il comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) e la presidenza delle Giunte delle elezioni e della immunità parlamentari. Al Senato, in particolare, il nuovo Regolamento prescrive che il presidente di quest’ultimo organismo debba appartenere ai Gruppi di opposizione per tutta la durata della carica, pena la decadenza, e che ogni componente che cessa di far parte del Gruppo al quale apparteneva al momento della nomina, decade dall’incarico.
Si vedrà quando Montecitorio adeguerà il Regolamento alle esigenze imposte dal taglio del numero dei deputati. Che si mostra un provvedimento a dir poco essenziale per il buon funzionamento dell’attività della Camera, lasciato senza esito (e con una scia di polemiche) all’inizio dell’estate scorsa. Il nodo sarà ripreso dalla Giunta che sarà nominata dal nuovo Presidente della Camera; una formazione di dieci deputati presieduta dallo stesso Presidente che dovrà redigere il nuovo regolamento che sarà poi sottoposto al giudizio dell’Aula. Il “dossier” potrebbe essere tra i primi atti all’attenzione dei nuovi e dei vecchi deputati per agevolare i lavori parlamentari e uniformarli a quelli del Senato.