Il governatore della Regione Liguria Giovanni Toti è stato arrestato dalla Guardia di Finanza con le accuse di corruzione ambientale, corruzione per atti contrari a doveri d’ufficio e promesse elettorali. Insieme al governatore sono indagati per corruzione anche l’ex presidente dell’Autorità Portuale Paolo Emilio Signorini, e l’imprenditore portuale Aldo Spinelli, ex presidente dei club calcistici Genoa e Livorno.
Quest’ultimo avrebbe ottenuto il rinnovo delle concessioni portuali in cambio del finanziamento a fondazioni e comitati politici che negli ultimi anni hanno sostenuto Toti, come riporta Il Fatto quotidiano. Non solo corruzione, la Guardia di Finanza starebbe indagando anche sull’ipotesi di voto mafioso, in particolare per quanto riguarda alcuni pacchetti di voti che spiegherebbero, secondo gli inquirenti, il boom elettorale registrato dal partito del governatore Giovanni Toti, Cambiamo, che alle Regionali del 2020 aveva ottenuto il 22% dei consensi, un risultato che aveva superato anche le percentuali della Lega (17%), di Fratelli d’Italia (10%) e Forza Italia (5,7%).
“Toti avrebbe chiesto un aiuto ad alcuni imprenditori mettendo a disposizione la propria funzione, i propri poteri e il proprio ruolo, in favore di interessi privati per quattro appuntamenti elettorali“, è quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare. La gip Paola Faggioni afferma: “In occasione e in concomitanza di ciascuna delle 4 competizioni elettorali che si sono susseguite nell’arco temporale dell’indagine cioè le amministrative di Savona, le amministrative di Genova, le politiche nazionali, le amministrative di Ventimiglia e Sarzana, Toti, pressato dalla necessità di reperire fondi per affrontare la campagna elettorale, ha messo a disposizione la propria funzione, i propri poteri e il proprio ruolo in favore di interessi privati in cambio di finanziamenti, reiterando il meccanismo con diversi imprenditori“.
Toti interrogato dal gip di Genova
L’interrogatorio del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti davanti al gip genovese Paola Faggioni è durato poco meno di mezz’ora. Secondo quanto è emerso, sembrerebbe che Toti si sia avvalso della facoltà di non rispondere, assistito dall’avvocato Stefano Savi.
Nordio: “Non è l’indagato a dover mostrare la sua innocenza“
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha commentato la vicenda, in modo perentorio: “. Occorre avere sempre cautela e rispetto, attenderemo i risultati di un’eventuale impugnazione. Mi ha colpito che qualcuno si attende che sia l’indagato a dimostrare la sua innocenza, questa è una bestemmia in una civiltà democratica“. Secondo il ministro, infatti, “è l’accusatore che deve dimostrare la colpevolezza dell’indagato. Aspettiamo gli esiti di questa fisiologica dinamica del processo“.
Liguria, Toti agli arresti domiciliari
Il governatore si troverebbe ora agli arresti domiciliari, poiché secondo gli inquirenti dietro l’elezione del presidente vi sarebbe stata un’influenza da parte del clan mafiosi nisseni, come riporta anche Il fatto quotidiano. All’interno di questa seconda inchiesta, che quindi riguarda l’ipotesi di voto mafioso, sarebbe indagato anche Matteo Cozzani, capo di gabinetto del governatore ed ex sindaco di Porto Venere, per reato di promesse elettorali. Solo il proseguire delle indagini e la decisione dei giudici potranno però confermare le accuse per ora solo mosse ai due politici.
In totale sarebbero sei i pm che si stanno occupando dei vari filoni d’inchiesta: il procuratore capo di Genova Nicola Piacente, l’aggiunto Francesco Pinto, i sostituti Federico Manotti e Luca Monteverde, e poi il procuratore capo della Spezia Antonio Patrono e la sostituta Elisa Loris. Nel registro degli indagati sarebbe iscritte diverse persone, nei confronti delle quali sono scattate diverse misure cautelari, tutte rientranti nelle inchieste gestite dalla Guardia di Finanza.
Liguria, l’ipotesi di associazione mafiosa
Per quanto riguarda Matteo Cozzani sembrerebbe che questo, insieme a ai consiglieri regionali Stefano Anzalone e Domenico Cianci e al consigliere comunale Umberto Lo Grasso, abbia contratto degli accordi con esponenti di famiglie vicine alla criminalità organizzata dell’hinterland di Genova per ottenere un pacchetto di preferenze.
L’ex sindaco di Portovenere avrebbe favorito, secondo gli inquirenti, il fratello Filippo, anche lui agli arresti domiciliari. Il segmento d’indagine più rilevante però riguarda la corruzione di Toti compiuta da Spinelli, i cui pagamenti sarebbero transitati attraverso il Comitato Giovanni Toti.
Una serie di intercettazioni avrebbero dimostrato che gli stanziamenti erano legati a specifici interventi del politico per favorire l’impresario. In particolare, si farebbe riferimento alle pressioni effettuate allo scopo che il Comitato portuale votasse nel 2021 la proroga di un trentennio per gestire il Terminal Rinfuse, rinnovata alla società composta da Gruppo Spinelli e Msc. Sembrerebbe che l’8 dicembre 2021, dopo 6 giorni dall’accettazione della proroga, Spinelli abbia accreditato alcuni depositi per un totale di 40mila euro. Inoltre, secondo la Guardia di Finanza l’ex presidente del porto, Paolo Emilio Signorini, sarebbe stato corrotto con 15mila euro e con gioielli e soggiorno.
Il caso Esselunga
Nel caso riferito a Giovanni Toti vi sarebbe anche un filone legato alla catena di supermercati Esselunga. Sembrerebbe che la società volesse espandersi in Liguria con due supermercati a Sestri Ponente e a Savona. Le tangenti si sarebbero materializzate tramite campagne di pubblicità politica, fatturate però come ordinarie inserzioni commerciali dall’emittente tv Primocanale, di cui è indagato anche l’editore Maurizio Rossi.
Toti agli arresti domiciliari: le reazioni della politica
Immediata la replica di Maurizio Lupi, Noi Moderati, in merito alla questione: ”Dire che siamo garantisti in questo caso non è dirlo formalmente, noi lo siamo sempre stati e non a corrente alternata. Il presidente della regione Liguria in tutti questi anni è stato un buon governatore, c’è un’indagine in corso e vedremo gli sviluppi. Per la mia poca esperienza ho assistito anche ad arresti che si sono poi trasformati in un nulla di fatto, come io mi auguro che anche questo si trasformi. Il governatore della regione Liguria, che è anche un carissimo amico, ha governato bene e sta governando bene. Poi vedremo se le cose che la magistratura sta dicendo avranno un riscontro“.
Dal Partito democratico della Regione Liguria arriva la replica alla notizia sugli arresti domiciliari di Toti: “Quanto emerso dalle indagini dell’inchiesta certifica un modo disgustoso di fare politica, volta solo alla gestione e alla spartizione del potere. La magistratura farà il suo corso rispetto alle singole responsabilità penali, oggi però si deve chiudere la stagione del centrodestra in Liguria. Toti si dimetta e ci siano subito nuove elezioni“.
A seguire vi è il ministro delle Giustizia, Carlo Nordio che commenta: “Non conosco gli atti e da garantista penso sempre alla presunzione di innocenza. Mi è sembrato di capire che si tratta però di fatti che risalgono ad alcuni anni fa e che l’inchiesta non è nata oggi ma tempo addietro. Ho esercitato 40 anni da pubblico ministero e raramente ho chiesto provvedimenti di tutela cautelare dopo anni di indagini, tenuto conto che il pericolo di fuga, di inquinamento delle prove e la reiterazione del reato sono motivi per cui si può arrestare e dopo tanti anni dall’evento che si è verificato e dalle indagini è difficile che possano ancora sussistere”.
“Detto questo, non conoscendo gli atti ripeto la mia fiducia nella magistratura e nella presunzione di innocenza. Le mie perplessità non sono mai sul momento in cui scatta il provvedimento cautelare rispetto all’imminenza delle elezioni anche perché in Italia si vota molto spesso, se ho delle perplessità tecniche riguardano una misura rispetto al tempo in cui è stato commesso il reato ed è iniziata l’indagine” ha poi aggiunto.