Sono 909 le vittime da gennaio a ottobre. Il punto secondo l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering
In Italia le morti sul lavoro costituiscono una ferita sociale ancora aperta. L’Osservatorio Sicurezza Vega conferma tale andamento. I numeri sono alti: 909 lavoratori da gennaio a ottobre 2022 hanno perso la vita dal Nord al Sud del Paese. La media è di 90 morti al mese, 21 decessi alla settimana e tre infortuni mortali al giorno.
Osservatorio Vega: i dati e le zone più colpite
Rispetto il 2021, gli infortuni mortali sono cresciuti del 24%. Un dato che riflette la riduzione dello smart working nell’ultimo anno. Considerando le denunce totali di infortuni, queste sono cresciute del 33% rispetto al 2021, contandone ben 595.569. I settori più colpiti sono quello sanitario – con 75.034 denunce – seguono, le attività manifatturiere ed i trasporti. I numeri degli incidenti sul lavoro portano con sé quindi, una triste riflessione: le denunce di infortunio per Covid, sono passate da 36.821 nel 2021, a 107.602 nel 2022. Questi dati registrano un aumento esponenziale, dimostrando quindi, che il virus Covid-19 è meno mortale rispetto all’incidenza delle morti sul lavoro.
L’Osservatorio ha analizzato il rischio di decesso, per ciascuna regione e provincia italiana, definendo poi l’indice di incidenza della mortalità. Tale indicatore permette il confronto del fenomeno infortunistico, anche tra zone che hanno numero differente di lavoratori. L’Italia è stata divisa per colori: la zona rossa – con un’incidenza di +25% rispetto alla media nazionale – comprende Valle D’Aosta, Trentino-Alto Adige, Umbria, Calabria e Basilicata. Puglia, Campania, Sicilia, Marche, Toscana, Molise, Veneto e Piemonte in zona arancione, mentre in zona gialla si trovano Abruzzo, Lazio, Emilia-Romagna, Lombardia e Sardegna. Esiste poi, la zona bianca – Liguria e Friuli-Venezia Giulia – in cui l’incidenza delle morti sul lavoro è più bassa.
Le dichiarazioni di Rossato
Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, afferma l’importanza di una cultura della sicurezza che deve essere diffusa attraverso i report. Queste elaborazioni, infatti, sono fondamentali per la prevenzione e la giusta informazione ai lavoratori. “Il nostro obiettivo, infatti, è quello di spingere tutti coloro che si occupano di tutelare la salute dei lavoratori a riflettere e a rispondere quanto prima in modo efficace a questa strage. Un invito che ci auguriamo possa essere colto e accolto concretamente anche e soprattutto dal nuovo Governo” prosegue Rosato.
Dopo l’emergenza Covid, rimane purtroppo quella dell’insicurezza sul lavoro, in cui la formazione e l’aggiornamento delle figure professionali dell’organizzazione aziendale sono fondamentali per la prevenzione.