Il Presidente della Repubblica, parla della Shoah: cita il razzismo (la minaccia odierna più pericolosa), il valore delle testimonianze e la rilevanza dell’articolo 3
In occasione del “Giorno della memoria”, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha tenuto un discorso alla presenza delle altre cariche dello Stato. Il tutto condito dalla speranza (rinnovata) che tragedie simili non accadano mai più.
“Non possiamo dimenticare, ricordando i deportati italiani, le sofferenze patite dai nostri militari, internati nei campi di prigionia tedesca, dopo il rifiuto di passare nelle file della Repubblica di Salò, alleata e complice dell’occupante nazista. Furono 650 mila. Il loro no ha rappresentato – ha ricordato il presidente – un atto di estremo coraggio, di riscatto morale, di Resistenza“.
Razzismo, la minaccia odierna più pericolosa
“I principi che informano la nostra Costituzione repubblicana e la Carta dei Diritti Universali dell’Uomo sono la radicale negazione dell’universo che ha portato ad Auschwitz. Principi che oggi, purtroppo, vediamo minacciati nel mondo da sanguinose guerre di aggressione, da repressioni ottuse ed esecuzioni sommarie, dal riemergere in modo preoccupante, alimentato dall’uso distorto dei social, dell’antisemitismo, dell’intolleranza, del razzismo e del negazionismo, che del razzismo è la forma più subdola e insidiosa“.
Il valore delle testimonianze
“I racconti dei pochi sopravvissuti dai campi di sterminio, ma anche la imponente documentazione raccolta negli archivi del Reich descrivono quei luoghi come l’inferno, il regno della crudeltà, dell’arbitrio, della morte”, evidenzia Mattarella.
“E ancora: “Bambini, anziani, uomini e donne inabili al lavoro finivano direttamente dal treno alle camere a gas, sperimentate dai tecnici nazisti, prima per la spietata e criminale campagna di eliminazione dei disabili e poi con i prigionieri di guerra”.
“Agli altri, gli scampati, gli aguzzini riservavano un’esistenza lugubre, durissima, precaria, fatta di massacranti lavori forzati, di freddo, di fame, di umiliazioni, di punizioni corporali, di terrore. Al minimo segno di cedimento fisico, attraverso la terribile pratica delle selezioni, venivano spediti anch’essi alle camere a gas”.
“I più sfortunati perirono, tra immani sofferenze, come cavie degli esperimenti dei medici nazisti. Altri – ha proseguito – morirono di freddo o furono uccisi brutalmente durante il trasferimento in altri campi, le cosiddette marce della morte”.
“Milioni di donne e di uomini, furono spogliati e depredati di tutto, della dignità e della vita, ridotti e trattati come oggetti senza valore. Rincuora pensare che adesso, oltre ai tanti in visita, ogni anno, migliaia di ragazzi diano vita a una “marcia dei viventi” da Auschwitz a Birkenau, per vicinanza ai sopravvissuti e per ricordo di quanti vi trovarono la morte”.
Pari dignità ed eguaglianza di tutti i cittadini
“È di grande significato che la Costituzione repubblicana, dopo la Liberazione, volle sancire solennemente, all’articolo tre, la pari dignità ed eguaglianza di tutti i cittadini, anche con l’espressione ‘senza distinzione di razza’. Taluno ha opinato che possa apparire una involontaria concessione terminologica a tesi implicitamente razziste. I Costituenti ritennero, al contrario, che manifestasse, in modo inequivocabile, la distanza che separava la nuova Italia da quella razzista. Per ribadire mai più”.
“Il sistema di Auschwitz e dei campi a esso collegati fu l’estrema, ma diretta e ineluttabile, conseguenza di pulsioni antistoriche e antiscientifiche, istinti brutali, pregiudizi, dottrine perniciose e gretti interessi, e persino conformismi di moda. Tossine letali, come razzismo, nazionalismo aggressivo e guerrafondaio, autoritarismo, culto del capo, divinizzazione dello Stato, che circolarono, fin dai primi anni del secolo scorso, dalle università ai salotti, persino tra artisti e docenti, avvelenando i popoli, offuscando le menti, rendendo aridi cuori e sentimenti”.
“Avvicinarsi alla comprensione dei motivi per cui la storia dell’umanità, e nello specifico dell’Europa, abbia compiuto, nel secolo scorso, una così grave e spaventosa involuzione è un cammino difficile, ma necessario. Così come è fondamentale mettere in luce come la persecuzione razziale poggiasse su un complesso sistema di leggi e provvedimenti, concepiti da giuristi compiacenti, in spregio alla concezione del diritto, che nasce – come sappiamo – dalla necessità di proteggere la persona dall’arbitrio del potere e dalla prevaricazione della forza.
La Shoah, infatti, ossia la messa in pratica di una volontà di cancellare dalla faccia della terra persone e gruppi ritenuti inferiori, è stato un lento e inesorabile processo, una lunga catena con molti anelli e altrettante responsabilità”, conclude il Capo dello stato.