L’Italia, secondo il Censis, è un Paese “entrato nel ciclo delle paure”. Resta il primato dei Neet e crescono i timori per il futuro, visto il contesto internazionale
Il 56° Rapporto Censis ha portato alla luce delle dinamiche preoccupanti. Gli italiani sono sempre più malinconici, spaventati da eventi che potrebbero mettere a rischio il loro presente e futuro. Si scoprono essere indignati dal troppo denaro e dall’ostentazione sui social e nella vita vera. La fotografia quindi, di un Paese “entrato nel ciclo del post-populismo”.
I timori che svelano il report
In Italia resta il primato europeo per la forte presenza dei Neet, cioè coloro che non studiano, né lavorano, né ricevono una formazione. Inoltre, la pandemia da Covid-19, la guerra in Ucraina, la continua crescita dell’inflazione e la crisi energetica, sono stati degli eventi che – secondo il rapporto Censis – hanno provocato degli effetti sconvolgenti su ciascun individuo. Un “poker micidiale” che si è scontrato con le fragilità già esistenti nell’uomo. Oltre il 90% degli italiani ad esempio, è convinto di come il caro prezzi durerà a lungo. Le forbici economiche si fanno quindi, sempre più insopportabili.
Il rapporto Censis ha annotato: “Una filosofia molto semplice del lasciatemi vivere in pace nei miei attuali confini soggettivi”. Si parla quindi di una tentazione dell’uomo alla passività che si percepisce su almeno il 54% degli italiani. Il freno tirato è posto anche sulle condizioni lavorative, con il 36,4% a cui non interessa sacrificarsi per fare una carriera. Si rilevano inoltre, nuove paure che interessano per lo più i giovani e i laureati: l’84% dei cittadini ritengono che gli eventi internazionali – seppur lontani – provocano delle conseguenze dirette sulle loro vite. Il 61% teme che possa scoppiare la Terza guerra mondiale, il 59% la bomba atomica, il 58% che l’Italia stessa entri in guerra. Il tessuto sociale italiano resta perciò immerso nelle criticità e guarda al futuro con paura e rassegnazione.