Governo, tutti contro Conte: «È una tragicommedia»

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Il Movimento 5 Stelle si astiene dal voto di oggi sul Dl Aiuti e fa traballare l’esecutivo. Fra chi chiede elezioni a ottobre e chi preferisce ancora la guida di Draghi, la condanna verso l’atteggiamento dei pentastellati è comune. Mulè: «Non può fare il servo di due padroni. Se sei al governo devi starci al 100%»

Giuseppe Conte dice no alla fiducia sul decreto Aiuti. Dopo una giornata di riunioni il Movimento 5 Stelle decide di uscire dall’Aula al momento della votazione, in un chiaro segno di astensionismo. Immediata la reazione di tutti i nomi della politica italiana. 

Il sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulè, commenta la crisi di governo in un’intervista a “Repubblica” e utilizza parole forti verso il leader del Movimento: «Il discorso è stato un atto di guerra nei confronti del Pd, una denuncia di tutto ciò che i principali alleati dei 5 Stelle non hanno fatto. Siamo alla tragicommedia, al bmovie».

Continua ancora il volto di Forza Italia: «Ho l’impressione che Conte sta infilando tutti noi, intesi come cittadini, in un sul de sac. Non votare il decreto Aiuti al Senato sarebbe un atto di irresponsabilità che condurrebbe l’Italia a una tragica fase di instabilità. Non può farei servo di due padroni. Se sei al governo devi starci al 100%. O dentro o fuori». 

Marcucci: «Conte non all’altezza di un ex premier» 

Anche Andrea Marcucci, senatore del Pd, lancia parole al vetriolo al Movimento: «Non li ho mai capiti, è un mio limite dall’inizio della loro avventura. E conseguentemente non capisco Conte. Mettere in discussione il governo mentre si approva un decreto importante alla vigilia di un provvedimento atteso come il salario minimo e l’apertura di un tavolo sociale, va oltre la mia capacità di comprensione». 

Il senatore esprime la sua idea di alleanza elettorale, di linea europeista e riformista, che condivida in toto l’agenda di governo: sì a Renzi, Calenda, Sala, Di Maio, liste civiche ed ecologiste. Ma sui 5 Stelle e Conte proprio non se ne parla.

«Mi sembra che Conte insegua un discutibilissimo interesse di bottega. Un comportamento non proprio all’altezza di un ex presidente del Consiglio», conclude Marcucci nella sua intervista al quotidiano “L’identità”.

Ronzulli: «Alle aperture di Draghi, Conte rilancia con arroganza»

Dello stesso parere è Licia Ronzulli, che ad “Agorà Estate” sui Rai 3 commenta: «Un partito di maggioranza non può non votare la fiducia al governo che sostiene e di cui fa parte. Questo voto segna un dato politico che farà da spartiacque, perché non si può non votare la fiducia e restare al Governo». 

«Conte avrebbe potuto e dovuto accontentarsi dell’apertura di Draghi su alcuni punti posti dal Movimento 5 Stelle, invece, ha ritenuto di rilanciare con un’arroganza difficilmente digeribile», conclude la vicepresidente del gruppo di Forza Italia in Senato. 

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