Il Comune di Bari è in subbuglio. Lo scontro aperto tra l’amministrazione locale e il governo nazionale è evidente: il ministero dell’Interno guidato da Matteo Piantedosi ha nominato una commissione di accesso agli atti comunali per verificare l’ipotesi di scioglimento della giunta e del consiglio del capoluogo pugliese.
Immediata la reazione del sindaco Antonio Decaro, il quale sui social parla di “un atto di guerra contro la città” e oggi incalza: “Se c’è anche un solo sospetto di infiltrazione della criminalità nel comune di Bari, io rinuncio alla scorta“.
Bari: le parole di Piantedosi
Nonostante Decaro fosse stato avvertito della decisione martedì sera con una telefonata del ministro dell’Interno, il sindaco non ha esitato un istante ad alzare la voce contro l’operato di Piantedosi. Quest’ultimo però, ricorda che l’atto del governo si è reso necessario dopo l’inchiesta giudiziaria, che vede il coinvolgimento anche di un’azienda municipalizzata totalmente controllata dal Comune di Bari e che l’accesso ispettivo non ha alcun fine di far sciogliere il consiglio.
“Capisco l’amarezza del sindaco di Bari. Il nostro Governo da quando si è insediato ha già sciolto 15 comuni, qui stiamo parlando solo di commissione d’accesso. Abbiamo sciolto 15 comuni in prevalenza a guida di centrodestra. Questo governo ha dichiarato guerra alle mafie non agli amministratori locali” chiarisce il numero uno del Viminale.
Comune di Bari: la nota del Viminale
Con un comunicato ufficiale il ministero dell’Interno notifica l’accesso ispettivo per “un’approfondita verifica dell’attività amministrativa, anche a tutela degli stessi amministratori locali che potranno offrire, in quella sede, ogni utile elemento di valutazione“. Si tratta di un’analisi frutto di un primo monitoraggio disposto dal dicastero degli Affari interni circa i fatti emersi a seguito dell’indagine giudiziaria che ha portato a più di 100 arresti a Bari “e alla nomina, da parte del Tribunale, ai sensi dell’art. 34 del codice antimafia, di un amministratore giudiziario per l’azienda Mobilità e Trasporti Bari spa, interamente partecipata dallo stesso Comune“.
Bari: le parole di Decaro
“Sono sotto scorta da 9 anni, torno a vivere. Non posso essere sindaco antimafia e avere la commissione di accesso in comune“, ha precisato il sindaco di Bari arrivando alla conferenza stampa. Ieri Decaro ha scritto su Facebook: “Il ministro Piantedosi mi ha comunicato telefonicamente che è stata nominata la commissione di accesso finalizzata a verificare una ipotesi di scioglimento del Comune. L’atto, come un meccanismo a orologeria, segue la richiesta di un gruppo di parlamentari di centrodestra pugliese, tra i quali due viceministri del governo e si riferisce all’indagine per voto di scambio in cui sono stati arrestati tra gli altri l’avvocato Giacomo Olivieri e la moglie, consigliera comunale eletta proprio nelle file di centrodestra“
“Incuranti delle parole del Procuratore distrettuale antimafia che in conferenza stampa ha detto testualmente: ‘L’amministrazione comunale di Bari in questi anni ha saputo rispondere alla criminalità organizzata’, gli stessi soggetti che nel 2019 hanno portato in Consiglio Comunale due consiglieri arrestati per voto di scambio, ora spingono per lo scioglimento di un grande capoluogo di regione, evento mai successo in Italia, nemmeno ai tempi dell’inchiesta su Mafia Capitale” conclude.