Da Fresu a Zingaretti si alza il grido di denuncia: “Si attivi il fondo per il reddito di discontinuità”
“Non vogliamo mance e ristori, vogliamo essere lavoratori come tutti gli altri“. Lasciata per un giorno la sua meravigliosa tromba, Paolo Fresu non usa giri di parole per chiedere al governo di trovare i soldi per finanziare la legge delega che assicura ai lavoratori dello spettacolo la cosiddetta indennità di discontinuità. E con lui si schierano in tanti, da Luca Zingaretti a Vittoria Puccini, da Beppe Fiorello al duo Colapesce e Dimartino, l’attrice Anna Foglietta, Diodato. Dal mondo della musica a quello del cinema, dal teatro, alla tv, sono tutti concordi nel sottolineare la preoccupazione per il futuro di una legge arrivata nella passata legislatura dopo un complicato iter di confronto durato anni tra la politica, le realtà del settore, professionisti e professioniste che ne fanno parte. Uno sforzo, denuncia il settore, che ora rischia di essere vano se non passa l’emendamento alla legge di bilancio che lo finanzia con uno stanziamento di 150 milioni di euro.
Associazioni unite nella conferenza stampa
Scena Unita, Forum Arte e Spettacolo, La Musica Che Gira, Arci e Cgil, in una conferenza stampa in Senato, hanno chiesto al governo di “mantenere gli impegni presi da tutte le forze politiche nella passata legislatura e di far rientrare la discussione sul reddito di discontinuità tra le priorità della legge di bilancio”. E all’appello si sono aggiunti il Pd e il M5s. Il governo “deve investire in maniera adeguata nella cultura, lo chiedo come attrice, ma anche da spettatrice e da cittadina”, spiega Vittoria Puccini, parlando a nome di Unita. “Un finanziamento adeguato all’indennità di discontinuità significa dare la possibilità a tutti i professionisti dello spettacolo di vivere in maniera dignitosa della propria professione, di uniformarsi al resto dell’Europa”.
No assistenzialismo, ma diritto
Non si tratta di una misura assistenziale, assicura Sabina di Marco (Cgil), “è una misura che va a garantire il settore dello spettacolo, perché la gente in questo settore lavora anche quando non è contrattualizzata”. Una misura, sottolinea Luca Zingaretti, “che conviene al settore che vuole conquistare la sua dignità, ma conviene anche all’Italia per continuare la narrazione di un Paese che fa cultura”. Mentre Diodato ricorda l’importanza di “mettersi al passo” su questo con tanti altri paesi europei. “Nessun trattamento speciale – è l’accorato appello di Tosca – un diritto sacrosanto che al di là dei nostri confini è intoccabile e riconosciuto”.
Risponde Mollicone: impegno massimo
Dalla maggioranza risponde il presidente della commissione Cultura della Camera Federico Mollicone, ribadendo le proposte di Fratelli d’Italia per la finanziaria: “Il Fus sarà sostituito dal Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo, il Fns, incrementato nella propria dotazione, e stiamo già lavorando alla redazione delle norme attuative per il codice dello spettacolo per rientrare nei termini. Troveranno spazio incrementi per l’indennità di discontinuità per i lavoratori dello spettacolo”. Mentre sottolinea che il ministro Franceschini “non aveva garantito alcuna risorsa per l’indennità di discontinuità”. E conclude: “L’impegno del governo Meloni e della maggioranza nei confronti dello spettacolo è massimo. Il Pd smetta di diffondere fake news”.