“Non toccheremo la legge 194” aveva assicurato Giorgia Meloni al momento della sua elezione a presidente del Consiglio, garantendo la tutela del diritto all’aborto. Una promessa non mantenuta che oggi infuria le opposizioni ma anche tutti coloro che hanno realmente a cuore i diritti delle donne e non mascherano dietro la facciata del buonismo la volontà di far valere di più i diritti di un feto che quelli di una donna. Effettivamente, però, secondo le parole della maggioranza, il governo Meloni non ha realmente modificato la legge 194, decidendo solo di “attuarla per intero“. Le associazioni a sostegno della maternità in alcuni consultori italiani sono già presenti eppure non sembra abbastanza.
Mentre l’Europa inserisce il diritto all’aborto nella Carta dei diritti umani, in Italia siamo costretti ad ascoltare uomini che prendono decisioni su esperienze che naturalmente non potranno mai provare. L’idea di un professionista della maternità che guidi una donna nel percorso di scelta tra l’aborto e la gravidanza sembra un’ottima idea, in un mondo utopico in cui le donne sono sempre pronte ad accogliere consigli esterni, soprattutto quando si tratta del loro corpo.
In Italia, però, dove già lo stigma di una gravidanza indesiderata rende la vita di una donna un vero incubo, si aggiunge anche la possibilità per quest’ultima di essere vessata all’interno di un consultorio da un professionista che pretende di poterti indicare la “retta via“. L’emendamento al Pnrr alla legge 194, è stato presentato da Lorenzo Malagola di FdI ed è passato in Commissione bilancio della Camera. Il prossimo passo sarà l’analisi della Camera che dovrà a sua volta decidere se approvare o no l’emendamento.
Aborto, Schlein: “Ci opporremmo duramente all’emendamento“
A seguito dell’approvazione dell’emendamento in Commissione bilancio sia il M5S che il Pd sono insorti contro la maggioranza di governo. “Ci opporremo duramente all’emendamento. È in corso un attacco pesante alla libertà delle donne di scegliere sul proprio corpo – ha annunciato la segretaria Elly Schlein – Ce lo aspettavamo da questa destra che, ovunque governa, cerca di minare l’attuazione della 194 e di restringere il diritto delle donne che cercano di avere accesso a un’interruzione volontaria di gravidanza“.
I parlamentari del M5S hanno criticato duramente l’emendamento, dichiarando: “La maggioranza non si smentisce mai e anche nel decreto sul Pnrr riesce a inserire un attacco al diritto all’aborto. È una decisione molto grave, perché rappresenta l’ennesima offesa ai diritti della donna e alla sua autodeterminazione. È importante dotare i consultori di personale qualificato e strutturato“.
Valeria Dubini, presidente di Agite, l’associazione che raccoglie i ginecologi che lavorano sul territorio ha sostenuto che “la 194 ipotizza già la partecipazione del terzo settore ma la donna resta al centro, decide lei cosa vuole fare e poi, se sceglie di partorire, può usufruire dell’aiuto da parte del volontariato. Nell’emendamento, del quale non c’era bisogno, sembra essere ipotizzato un ruolo dissuasivo da parte delle associazioni“. A tale critica ha risposto Jacopo Coghe, portavoce di Pro vita & famiglia onlus, specificando che “l’emendamento al Pnrr ricalca quanto è previsto dall’articolo 2 della legge 194“.