Nuova serie di attacchi da parte dell’esercito israeliano, che afferma di aver neutralizzato i capi della Jihad islamica. Alto il livello di allarme su Gerusalemme per la festa del Tisha B’Av
Terzo giorno di conflitti fra nella striscia di Gaza, per l’operazione Breaking Dawn, promossa da Israele. Nella notte, un nuovo raid di Gerusalemme porta alla neutralizzazione di Khaled Mansour, capo jihadista islamico, che si aggiunge a quella di Tayseer Jabari, avvenuta due giorni fa.
Il bilancio aggiornato dell’ultima piega del conflitto è di 29 morti e 250 feriti. La risposta di Gaza al raid notturno non si è fatta attendere: lanciati 580 razzi verso Israele, rivendicati dai mandanti, di cui circa 120 sono caduti all’interno dello stesso territorio jihadista.
Suonano gli allarmi antirazzo per la prima volta anche nella città di Beersheva, poco dopo la fine dei funerali di Mansour come risposta da parte di Gaza. Gli abitanti di alcune aree ebraiche intorno alla Striscia hanno ricevuto l’ordine di entrare nei rifiugi.
Nel mentre, Abu Hamza, capo dell’ala militare della Jihad islamica, afferma: «Siamo in grado di arrecare danni al nemico, e per il momento teniamo da parte molte cose che potrebbero rivelarsi dolorose». Secondo i media locali, poi, si respinge ogni ipotesi di cessate il fuoco: «Dobbiamo dar vita a una intifada trascinante, per espellere il nemico».
Livello di allerta alto anche a Gerusalemme
Anche in Israele si respira aria di tensione per la nuova piega del conflitto. Grande preoccupazione a Gerusalemme per il Tisha B’Av, festività ebraica. I luoghi religiosi sono presidiati dagli schieramenti della polizia, mentre l’accesso alla Spianata delle Moschee è interdetto agli uomini sotto una certa età.
Nel frattempo, il governo raccoglie pieno supporto anche dall’opposizione. Il premier israeliano, Yair Lapid, infatti, incontra il capo dell’opposizione al governo Benjamin Netanyahu, il quale esprime «pieno sostegno» alle forze di sicurezza e offrendo suggerimenti sulla gestione del conflitto. Lapid sottolinea poi che l’operazione Breaking Dawn andrà avanti «per quanto tempo sarà necessario».
La Farnesina: «Preoccupazione per l’escalation»
Dall’Italia, il ministero degli Esteri segue quando accade in Medio Oriente e condanna con fermezza il lancio dei missili verso il territorio israeliano. La Farnesina invita a esercitare moderazione per evitare un’espansione delle ostilità che causerebbe altre vittime e sofferenze fra i civili.
Anche il Marocco «segue con profonda preoccupazione il grave deterioramento della situazione nella Striscia di Gaza, dovuto al ritorno di atti di violenza e combattimenti, che hanno causato perdite umane e danni materiali», cos comunica il re Mohammed VI in un documento ufficiale.
«Pur ribadendo le sue costanti posizioni a sostegno dei diritti del popolo palestinese, il Regno del Marocco afferma che la soluzione duratura del conflitto tra le due parti risiede nella creazione di uno Stato palestinese indipendente che viva fianco a fianco con lo Stato di Israele in sicurezza e pace», si legge nella nota.
Nel frattempo, una fonte diplomatica israeliana conferma che sono in corso i colloqui per raggiungere i cessate il fuoco, con la presenza mediatrice dell’Egitto. Ma Il Cairo ammonisce: «Il tempo è limitato. La situazione umanitaria a Gaza peggiora» di ora in ora. Tempo massimo per le trattative è stimato a 48 ore, dopodiché l’intervento di Hamas è sempre più concreto.