Oggi, il premier italiano Giorgia Meloni si recherà in Libano per una serie di incontri di rilievo. La sua visita sarà divisa in due tappe principali: prima a Shama, per una visita ai militari italiani impiegati nella missione ONU UNIFIL e in quella bilaterale MIBIL, e successivamente a Beirut, dove avrà una cena di lavoro con il primo ministro libanese Najib Mikati. Una trasferta che avviene in un momento di alta tensione nella regione, caratterizzato dagli attacchi con razzi da parte di Hezbollah verso la Galilea e dai raid israeliani sul Libano.
Il supporto italiano alla stabilità del Libano
La visita alla base di Shama è stata pianificata per consentire a Meloni di incontrare i contingenti militari italiani schierati lungo la Linea Blu, la demarcazione virtuale tra Libano e Israele stabilita nel 2000 dalle Nazioni Unite. Questi soldati, che ammontano a circa un migliaio, svolgono un ruolo cruciale nel mantenimento della pace e della sicurezza nella regione. L’Italia ha l’obiettivo di allontanare i gruppi di Hezbollah dalla zona, spingendoli a ritirarsi di alcuni chilometri fino al fiume Litani, sebbene ciò sia considerato un compito piuttosto arduo, soprattutto fino a quando non sarà ripristinata la pace a Gaza.
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Il confronto tra Meloni e Mikati sarà il culmine di una serie di incontri che hanno avuto luogo negli ultimi mesi, a seguito degli attacchi di Hamas dello scorso ottobre e i conseguenti scontri al confine tra Libano e Israele. In questi incontri, l’Italia ha confermato il suo impegno a contribuire alla sicurezza e alla stabilità della regione, oltre a cercare di svolgere un ruolo di mediazione tra le parti coinvolte nei conflitti regionali.
Meloni a Beirut: Non solo Guerra
La visita di Meloni rappresenta un segnale importante della solidarietà dell’Italia verso il Libano in un momento di crisi. L’obiettivo principale sarà quello di raccogliere valutazioni dettagliate da parte del primo ministro libanese sulla situazione attuale e, parallelamente, di ribadire il sostegno italiano per evitare qualsiasi escalation lungo il confine con Israele. L’Italia si dichiara pronta ad appoggiare qualsiasi iniziativa volta a ridurre le tensioni nella regione, inclusa la possibilità di intensificare il supporto alle forze armate libanesi.
Oltre alle questioni legate alla sicurezza, durante i colloqui si discuterà anche di collaborazione in campo energetico, di lotta al traffico di migranti irregolari e di gestione dell’emergenza rifugiati in Libano, che sta interessando anche l’Italia attraverso l’arrivo di profughi siriani tramite corridoi umanitari.
Aumentano le tensioni nella regione
Secondo quanto riportato da una fonte anonima dell’Agenzia Francese Presse (Afp), sette soccorritori sono stati uccisi in un tragico attacco aereo su un centro di emergenza a Habariyeh, nelle vicinanze del confine israeliano. Un evento che ha scatenato una serie di reazioni nella regione, con Hezbollah che ha risposto al raid con il lancio di razzi sulla città settentrionale israeliana di Kiryat Shmona e su una vicina base militare.
L’attacco ha sollevato ulteriori preoccupazioni per la sicurezza nella già tesa regione del Medio Oriente. Nel frattempo, l’assedio agli ospedali di Al Shifa e di Khan Younis nella Striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano, continua a provocare preoccupazione per il crescente numero di vittime civili e per le difficoltà nell’accesso alle cure mediche nella zona. In un contesto diplomatico teso, i negoziati a Doha per la risoluzione dell’Onu sulla tregua hanno subito un brusco arresto, nonostante il voto favorevole all’approvazione della tregua grazie all’astensione degli Stati Uniti.
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