Una forte esplosione nella mattinata ha scosso il sud dell’Iran. È successo nel porto di Shahid Rajaee, nei pressi di Bandar Abbas, nella provincia di Hormozgan. Secondo l’agenzia di stampa Tasmin, che cita le fonti del pronto soccorso, sarebbero almeno 40 i morti e più di 1.200 i feriti accompagnati nell’ospedale della città. Anche il numero di dispersi è molto alto, ma non è ancora stato reso noto.
L’esplosione nel porto di Shahid Rajaee ha distrutto un edificio amministrativo nell’area del porto iraniano e diverse auto nei paraggi. Il direttore generale dell’Hormozgan Crisis Management ha annunciato che sono in corso indagini nella zona per individuare la causa dell’esplosione.
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#Iran, #esplosione nel #porto di Bandar Abbas: almeno 115 feriti
— L'Indipendente (@lindipende) April 26, 2025
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Nel frattempo l’Iran ha sospeso tutti i movimenti da e per il porto, uno dei centri commerciali più importanti per l’economia nazionale. Nei pressi del porto di Shahid Rajaee si trova una base della Marina delle Guardie della Rivoluzione e da lì partirebbero le spedizioni di armi destinate a Hezbollah e Houthi.
Secondo alcuni media locali, l’incidente sarebbe stato originato dall’esplosione di un serbatoio di carburante; sono arrivate subito le smentite della Compagnia nazionale di raffinazione e distribuzione di petrolio, secondo le quali non vi sarebbe alcun collegamento con le raffinerie, i serbatoi di carburante e gli oleodotti associati alla società nella zona. Le autorità iraniane non hanno suggerito che si sia trattato di sabotaggio o di un attacco deliberato.
Una fonte anonima legata al Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica dell’Iran ha dichiarato al New York Times sarebbe stato il perclorato di sodio a far divampare l’esplosione. Il perclorato di sodio è un componente fondamentale del combustibile solido per missili.
Intanto dalle poltrone del Parlamento iraniano c’è chi invoca il coinvolgimento di Israele nell’esplosione. Mohammad Seraj ha dichiarato che l’episodio non sarebbe accidentale, ma sarebbe avvenuta simultaneamente in quattro punti diversi del porto. Per lui Israele avrebbe piazzato esplosivi nei container in arrivo nel maggior porto del Paese. Il tentativo sarebbe stato quello di “minare le interazioni internazionali dell’Iran, ma questa volta non possono influenzare il processo degli attuali colloqui con gli Stati Uniti“.
Iran a colloquio con Usa sul nucleare
Nel frattempo continua il colloquio tra Iran e Stati Uniti sul nucleare. Oggi è stato il giorno del terzo round di negoziati tra i due Paesi, in Oman, Paese mediatore del dialogo. I due incontri precedenti si erano tenuti ancora in Oman e a Roma.
La delegazione iraniana ai colloqui è guidata dal ministro degli Esteri della Repubblica islamica, Abbas Araghchi, mentre quella americana dall’inviato presidenziale speciale Steve Witkoff. Le discussioni potranno essere estesi se necessario, dicono dal Teheran. Araghci ha ribadito che la difesa e il programma missilistico iraniano non rientrano nell’agenda dei colloqui indiretti con gli Stati Uniti sul nucleare.
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