Macron e Von der Leyen pronti ad adottare i ricercatori in fuga dagli Usa: l’Italia sceglie la strada solitaria

Dopo il giro di vite di Donald Trump sul settore della ricerca, il presidente francese e la leader dell'Ue hanno dato vita a fondi e finanziamenti ad hoc per attirare in Europa gli studiosi che non hanno più un posto nel mondo. Una sorta di risposta a Trump, che intanto prosegue con le sue minacce di tariffe aumentate

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Scegliete la Francia! Scegliete l’Europa“, è questo lo slogan scelto da Emmanuel Macron per pubblicizzare il summit organizzato all’Università La Sorbona di Parigi, nato per dimostrare agli studiosi di tutto il mondo l’apertura della Francia e dell’Europa alla ricerca scientifica, universitaria e umanistica. Una risposta che ha preso vita a seguito della decisione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di tagliare i fondi e i finanziamenti alla ricerca.

Una scelta condannata duramente sia da Macron che da Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione Ue, nel corso dei loro interventi all’incontro. Entrambi i leader si sono detti pronti a mettere a disposizione le strutture europee a tutti quei ricercatori che ora non hanno più una base stabile, ma che non vorrebbero trascurare il loro talento e le loro capacità. “Nessuno avrebbe potuto immaginare, qualche anno fa, che una delle più grandi democrazie del mondo avrebbe soppresso dei programmi di ricerca“, ha infatti sottolineato Macron, ponendo l’attenzione sull’evento epocale a cui effettivamente si è assistito.

Al summit organizzato a La Sorbona hanno preso parte alcuni dei volti più noti del settore scientifico europeo, così come gli alti vertici dell’Unione europea. A mancare all’appello, però, erano i rettori e i professori delle università italiane che, quasi nella loro totalità, hanno deciso di non prendere parte all’evento. L’Italia, infatti, si chiede se il summit parigino sia realmente un’occasione per promuovere un impegno europeo o se sia solamente un tentativo di Macron di pubblicizzare il sistema francese.

L’iniziativa italiana parallela a quella francese

In ogni caso, il nostro Paese ha già iniziato ad agire diversamente e soprattutto in solitaria. Dal ministero dell’Università e della Ricerca sono già stati messi a disposizione 50 milioni di euro destinati a proposte progettuali di giovani ricercatori vincitori di bandi Erc Starting Grants o Erc Consolidator Grants fuori dall’Italia. Un tentativo, anche questo, di ripopolare il settore, anche se in Italia sembrerebbe che la ricerca scientifica e universitaria stiano vivendo un momento piuttosto positivo.

L’istituto di ricerca Gallup, come riporta Il Giornale, ha infatti dimostrato come negli ultimi 12 anni l’Italia abbia scalato le classifiche mondiali di questo settore, passando dal 20esimo posto del 2011, sotto Finlandia, Costarica e Francia, all’ottavo posto del 2024, sopra la Francia, la Gran Bretagna e la media Ue.

Gli incentivi milionari proposti da Von der Leyen e Macron per i ricercatori stranieri

Nel corso del summit a Parigi, quindi, Macron ha deciso di rivelare quali sono le intenzioni del suo Paese nei confronti dei ricercatori esteri. Il presidente ha confermato la volontà di stanziare 100 milioni di euro con l’obiettivo di attirare nel Paese studiosi americani. “Di fronte alle minacce, l’Europa deve diventare un rifugio“, ha sottolineato, precisando poi che la somma sarà finanziata tramite il programma di investimenti pubblici.

L’Unione europea, invece, ha deciso di intervenire con lo stanziamento di 500 milioni di euro per il biennio 2025-27, al fine di rendere l’Europa un vero e proprio polo di attrazione per i ricercatori. “La priorità è che la scienza in Europa sia aperta e libera“, ha spiegato la presidente della Commissione, auspicando che presto siano eliminate anche le barriere normative che limitano l’entrata in Ue delle start-up. Von der Leyen ha ricordato l’importanza della scienza come vettore per il progresso dei Paesi e al contempo ha espresso timori per il momento di difficoltà che questo settore sta affrontando.

Sono qui oggi, per dire che l’Europa sceglierà sempre la scienza. E l’Europa farà sempre in modo che gli scienziati del mondo scelgano l’Europa“, ha rivendicato Ursula Von der Leyen, mettendo in luce i grandi nomi, da Aristotele a Pitagora fino a Koch e Pasteur, che nei secoli hanno reso grande la ricerca scientifica europea, portandola sulle vette del mondo.

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