A Dublino si è conclusa la protesta degli studenti pro Palestina nel prestigioso Trinity College, dopo il raggiungimento di un accordo tra gli studenti e gli alti dirigenti dell’università. La protesta ha consistito nell’accampamento degli studenti manifestanti in una delle piazze principali del college, con la richiesta all’università di tagliare i ponti con Israele e disinvestire nelle società israeliane. Questa manifestazione pacifica ha seguito la scia delle proteste contro Israele scoppiate nei campus del mondo, soprattutto in quelli degli Stati Uniti.
I colloqui tra i manifestanti e i vertici universitari hanno finalmente portato a un accordo, che ha accolto la richiesta dei manifestanti di disinvestire nelle società israeliane.
Il preside del college Eoin O’Sullivan ha dichiarato: “Siamo lieti che questo accordo sia
stato raggiunto e promettiamo di impegnarci ulteriormente in modo costruttivo sulle questioni sollevate. Ringraziamo gli studenti per il loro impegno”. Il Trinity College ha dichiarato di comprendere le ragioni della manifestazione. Sul sito dell’istituto infatti si legge: “Detestiamo e condanniamo ogni violenza e guerra, comprese le atrocità del 7 ottobre, la presa di ostaggi e il continuo feroce e sproporzionato attacco a Gaza”.
Il disinvestimento nelle società israeliane, che svolgono attività nelle zone palestinesi occupate da Israele, verrà completato dal Trinity College entro il mese di giugno. Laszlo Molnarfi, presidente del sindacato studentesco e organizzatore delle proteste, ha affermato che la decisione dell’università è una “testimonianza del potere di base degli studenti”.
Non solo Trinity College, le proteste studentesche nel mondo
Nel mondo si sono verificate numerose proteste pro Palestina da parte degli studenti universitari. Nella capitale dei Paesi Bassi, ad esempio, ieri sera sono state arrestate 32 persone per violenza, distruzione e aggressione, verificatesi nell’Università di Amsterdam e in un’importante strada del centro città. Le richieste degli studenti all’università anche in questo caso riguardavano la conclusione di ogni tipo di legame con Israele.
Nei giorni scorsi anche nelle università di Oxford e Cambridge si sono verificate alcune proteste, mal viste dal governo inglese. Il primo ministro Rishi Sunak ha infatti convocato i vertici delle università, perché non ha ritenuto consone le misure applicate per reprimere le proteste. In particolare, il premier ha fatto riferimento all’antisemitismo che si sta diffondendo nelle università e che potrebbe diventare pericoloso per gli studenti ebrei. Consiglia quindi di adottare misure più forti per reprimere le proteste.
Negli Stati Uniti gli studenti di diverse università hanno preso parte alle proteste contro Israele, che in centinaia di casi hanno portato all’arresto dei manifestanti. La richiesta degli studenti è sempre la stessa: tagliare i contatti con Israele e gli investimenti dalle società israeliane.