In una continua escalation di morte e distruzione, le forze militari israeliane sono state coinvolte in un conflitto armato presso l’ospedale Al-Shifa di Gaza City durante la notte, il quarto in appena cinque mesi di guerra, con conseguenti rapide azioni di rappresaglia, secondo quanto riportato dalle dichiarazioni delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) e dello Shin Bet.
Crimine di guerra o risposta a una provocazione?
Le IDF hanno reso noto di aver avviato un’operazione all’interno dell’ospedale, il più grande nella parte settentrionale di Gaza, in seguito a informazioni di intelligence che indicavano la presenza di militanti di Hamas che lo utilizzavano come base per pianificare attività terroristiche. Il governo israeliano ha pertanto caratterizzato l’operazione come una risposta alle minacce provenienti dal complesso ospedaliero, indipendentemente dalla presenza di civili all’interno della struttura.
Tuttavia, Hamas, che oltre ad essere il gruppo terroristico responsabile dell’attentato del 7 ottobre è anche l’autorità governativa a Gaza, ha condannato l’incursione israeliana, affermando che costituisce un crimine di guerra che mette a rischio migliaia di vite all’interno della struttura medica. Ha accusato Israele di aver dispiegato carri armati, droni e armi da fuoco nelle vicinanze e ha chiesto un intervento internazionale urgente per fermare quella che considera un’aggressione israeliana, e non una risposta all’attività terroristica.
Gaza: una devastazione senza fine
Secondo quanto riportato dai media palestinesi, i carri armati israeliani schierati al cancello principale dell’ospedale avrebbero aperto il fuoco causando un incendio che ha distrutto un edificio chirurgico specializzato all’interno del complesso. Nonostante le condanne ricevute tanto dall’opinione pubblica quanto da rappresentanti politici internazionali, Israele non sembra intenzionata a limitare la propria distruttività sulla Striscia, almeno fino al definitivo annientamento di Hamas.
Le decine di migliaia di civili palestinesi uccisi dall’esercito testimoniano l’intenzione del governo di Netanyahu di non fermarsi davanti a nulla, pertanto le uniche due soluzioni rimaste ad Hamas sono di trovare in fretta un accordo per la fine delle ostilità o continuare il conflitto fino alla distruzione definitiva di Gaza, provocando Israele a sferrare un attacco al sud della Striscia: la città di Rafah
Nel frattempo, il gabinetto di sicurezza di Israele ha dato il via libera all’invio di una delegazione di alto livello in Qatar per avviare negoziati con Hamas per un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi ancora detenuti nella Striscia. Il governo israeliano ha concesso alla delegazione poteri relativamente ampi per negoziare, con il capo del Mossad, David Barnea, incaricato di guidare i colloqui. Tuttavia, alcuni aspetti dei negoziati richiederanno l’approvazione separata del primo ministro Benjamin Netanyahu e del ministro della difesa Yoav Gallant.