Mario Draghi, ex presidente della Banca Centrale Europea ed ex premier italiano, ha presentato i punti focali del suo prossimo report sull’economia europea durante un intervento a La Hulpe, la conferenza di alto livello sul pilastro europeo dei diritti sociali organizzata dalla presidenza di turno Ue del Belgio. “Abbiamo bisogno di un’Unione europea che sia adatta al mondo di oggi e di domani“, ha così esordito Draghi subito prima di annunciare: “Quello che proporrò nel mio report è un cambiamento radicale, questo è ciò di cui abbiamo bisogno“.
L’economista ha quindi presentato i tasselli fondamentali che l’Ue deve perseguire per poter riformare la propria economia finalmente in un’ottica unitaria e rivolta verso i mercati esterni e non solo interni. Target climatici, Unione dei mercati capitali, coordinamento di politiche economiche, appalti congiunti e coordinamento per la difesa europea, questi sono gli elementi su cui l’Europa deve insistere.
Draghi: “Finora l’Europa si è focalizzata sugli obiettivi sbagliati“
“Dovremo realizzare una trasformazione dell’intera economia europea” ha dichiarato l’ex premier sottolineando che “l’Europa si è focalizzata sulle cose sbagliate“, spiegando che “ci siamo rivolti verso l’interno, vedendo in noi stessi i nostri concorrenti, anche in settori, come la difesa e l’energia, nei quali abbiamo profondi interessi comuni. Allo stesso tempo, non abbiamo guardato al di fuori“.
In questo modo, evidenzia Draghi, è stata limitata una risposta a superpotenze come gli Stati Uniti e la Cina perché “perché la nostra organizzazione, il processo decisionale e i finanziamenti sono progettati per un mondo prima della guerra in Ucraina, prima del Covid, prima della conflagrazione del Medio Oriente“. L’unione europea sta diventando un’organizzazione vetusta, che non è più in grado di gestire adeguatamente le difficoltà che incontra. Manca la coesione, l’unità e la collaborazione, caratteristiche fondamentali per la crescita e il funzionamento dell’Unione.
“Credo che la coesione politica della nostra Unione richieda che agiamo insieme, possibilmente sempre – ha infatti sottolineato Draghi – Dobbiamo essere coscienti che la coesione politica è minacciata dai cambiamenti del resto del mondo“. L’ex premier ha quindi sostenuto che “ripristinare la nostra competitività non è qualcosa che possiamo ottenere da soli o gareggiando a vicenda. Ci impone di agire come Unione europea in un modo che non abbiamo mai fatto prima“.
Mario Draghi ha poi avvertito l’Ue, sottolineando come “i nostri rivali ci stanno precedendo perché possono agire come un unico paese, con un’unica strategia, e allinearvi tutti gli strumenti e le politiche necessarie“. Il problema, quindi, in ogni caso è la mancata coesione tra i Paesi membri, troppo occupati a competere tra di loro invece di unirsi e puntare all’esterno. Per questo, spiega ancora Mario Draghi: “Se vogliamo eguagliarli avremo bisogno di un rinnovato partenariato tra gli Stati membri, una ridefinizione della nostra Unione che non sia meno ambiziosa di quella che fecero i padri fondatori settant’anni fa con la creazione della Comunità europea del carbone e dell’acciaio“.
Draghi: “Manca una strategia industriale europea“
Mario Draghi ha poi evidenziato la grave mancanza di un “industrial deal a livello europeo, nonostante la Commissione stia facendo ogni suo sforzo per colmare questo gap“. L’ex premier ha comunque sottolineato come l’Unione europea “investa meno di Stati Uniti e Cina nel digitale e nelle tecnologie avanzate, compresa la difesa“. Inoltre, il problema della delocalizzazione delle aziende europee non è trascurabile. “Senza azioni politiche studiate e coordinate è logicale che alcune nostre industrie spegneranno le loro capacità e delocalizzeranno fuori dall’Ue” ha infatti evidenziato Draghi.
Un ennesimo problema da affrontare riguarda il finanziamento dei beni pubblici, che secondo Draghi deve essere risolto tramite investimenti privati, necessari a “coprire buona parte del divario degli investimenti“. L’ex premier ha infatti ricordato come l’Unione europea abbia un tasso molto alto di risparmi privati, principalmente incanalati nei depositi bancari. Questi quindi “non finanziano la crescita come dovrebbero in un mercato di capitali più grande“.
Draghi: “Non abbiamo il lusso di poter attendere la modifica dei trattati“
L’ex presidente della Bce ha poi sostenuto che “data l’urgenza delle sfide che affrontiamo, non abbiamo il lusso di ritardare le risposte fino alla prossima modifica dei Trattati“, sottolineando che, anche nel caso in cui non sia possibile agire con l’approvazione di ogni Stato membro, sia necessario “considerare di andare avanti con un sottogruppo di Stati, ad esempio per andare avanti sull’Unione dei mercati capitali per mobilitare investimenti“.
Inoltre, Mario Draghi ha ricordato come “altre regioni non rispettano più le regole e stanno elaborando attivamente politiche per migliorare la loro posizione competitiva“. “Il mondo sta cambiando” ha avvertito Draghi e l’Ue deve essere pronta al cambiamento e alle sfide che esso comporta.