Il mondo del calcio e l’Italia intera salutano per l’ultima volta Bruno Pizzul. Oggi si sono svolti, nel duomo di Cormons, i funerali della storica voce della Nazionale Italiana. Ad impressionare è la grande quantità di gente che ha riempito la chiesa per dare un ultimo omaggio allo storico giornalista sportivo scomparso lo scorso 5 marzo.
Pizzul, tanta la gente accorsa per salutare un’ultima volta lo storico giornalista
La cerimonia ha avuto inizio alle 14:30, ma alle 10 è stata aperta la camera ardente dove amici, colleghi e famigliari hanno potuto rendere omaggio a Bruno Pizzul. Man mano la chiesa ha visto riempirsi con tanta gente che si è voluta stringere alla famiglia della storico telecronista.
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Al centro della navata il feretro, in cui spicca l’ornamento composto da fiori rossi, mentre a sinistra si sono posizionati la moglie Maria, i 3 figli e i nipoti. A destra, invece, si trovano le autorità, tra i quali Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento, e il governatore friulano Massimiliano Fedriga. Inoltre presenti anche l’europarlamentare Anna Maria Cisint e il sindaco di Cormons, Roberto Felcaro.
Bartoletti: “Era il mio mito”
Hanno voluto salutare Bruno Pizzul per l’ultima volta anche diversi dirigenti sportivi, leggende del mondo del calcio, ma anche giornalisti e rappresentanza dell’associazione nazionale alpini. “Bruno era iscritto al gruppo di Medea”, ha voluto dichiarare uno dei suoi amici alpinisti.
Durante la celebrazione, il celebrante, monsignor Vincenzo di Mauro, ha esortato la gente a seguire Pizzul come un esempio ricordando le grandi qualità del giornalista scomparso. Particolarmente toccante il momento dell’omelia in cui il sacerdote ha ricordato la professionalità dello storico telecronista di fronte alla tragedia dell’Heysel: “Ha avuto il coraggio di dire parole buone e intelligenti”.
Presente anche Marino Bartoletti che lo ha definito “un mito, un uomo buono, generoso e colto”. Toccanti anche le parole dell’ex arbitro e amico Fabio Baldas che ha voluto ricordarlo come “una persona umile, uno che poteva andare con la testa alta, era uno di noi”.
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