Le operazioni di recupero del relitto del Bayesian, lo yacht affondato lo scorso 19 agosto al largo di Porticello, potrebbero aver portato ad una svolta nelle indagini sulle cause della tragedia. Come riporta il Corriere della Sera, sembra che il veliero possa essere naufragato a causa di un evento precedente alla tempesta.
Dalle immagini del relitto, girate dai sub durante i sopralluoghi intorno allo yacht, sarebbe emerso un vetro rotto della finestra antisfondamento che separa la sala macchine dalla control room. Questa rottura, quindi, potrebbe aver provocato l’ingresso di acqua in uno dei compartimenti del veliero.
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Sembrerebbe che il vetro non sia del tutto rotto, ma crepato a ragnatela e deformato con una bombatura verso la control room dell’imbarcazione. Proprio da ciò potrebbe spiegarsi come mai sia stata trovata acqua nella sala macchine, nonostante la porta stagna della control room sia stata trovata chiusa. Da questa nuova scoperta, quindi, proseguiranno le indagini portate avanti dai pubblici ministri di Termini Imerese. Solo pochi giorni fa, nel corso delle operazioni di recupero del veliero, un sub ha perso la vita nel mezzo delle immersioni.
Il recupero delle scatole nere del Bayesian
Grazie alle operazioni finalizzate al recupero dello Yacht Bayesian è stato possibile recuperare i file audio e video contenuti negli hard disk nella plancia del veliero. Un passo in avanti fondamentale, che potrebbe permettere agli investigatori di chiarire alcuni dettagli della tragedia.
I file sono nelle mani dei consulenti della procura e dei legali degli indagati. Il prossimo 18 giugno in Capitaneria, a Palermo, è previsto un nuovo incontro ufficiale, in cui verranno svolte le consulenze peritali su tutto il materiale recuperato dallo yacht. “Questi accertamenti saranno utili per dimostrare l’assoluta estraneità del comandante e dell’equipaggio di cui siamo assolutamente certi“, ha spiegato il legale del comandante del Bayesian, James Cutfield.
Il sostituto della procura di Termini Imerese che coordina le indagini, Raffaele Cammarano, ha invece piegato che le operazioni di recupero dovrebbero durare circa 20 giorni. Ogni azione sarà ripreso e registrato, così che ogni spostamento di oggetti sia certificato. Nello specifico, si procederà prima con il taglio dell’albero e della catena, che saranno quindi portati in superficie. Poi, si passerà al recupero dello scafo. Una volta che questo sarà a pelo d’acqua, allora inizieranno le procedure per lo svuotamento dell’acqua, che avverrà grazie all’apertura di alcuni portelloni.
I ritardi nelle operazioni di recupero del Bayesian
Al via, a più di otto mesi di distanza dall’incidente, le operazioni di recupero dello yacht Bayesian. I lavori avrebbero dovuto avere inizio lo scorso 30 aprile ma, a causa di un ritardo nell’arrivo della gru galleggiante principale Hebo Lift 10, sono stati rinviati al 3 maggio.
Il relitto dell’imbarcazione, naufragata lo scorso 19 agosto, si trova ancora nei fondali marini della rada del porto di Ponticello, nel golfo di Palermo, dove ora sotto il controllo del personale della Capitaneria di Porto palermitana e sotto la vigilanza di mezzi navali della Guardia costiera, avverrà la rimozione, con il contributo di Guardia di finanza e carabinieri, nel rispetto dell’ordinanza di interdizione dell’area emessa dalla Guardia costiera di Porticello.
A partire dal 3 maggio, quindi, si è dato inizio alle operazioni preliminari di ispezione per verificare le condizioni dello scafo e del fondale circostante. Nel corso delle operazioni, che si stima possano durare tra i 20 ai 25 giorni, saranno sospese le attività marittime, come navigazione e ancoraggio, nel raggio di 650 metri dal punto del naufragio, affinché possa essere garantita la sicurezza delle operazioni di recupero. Per il monitoraggio ambientale sarà impiegato un drone e, su richiesta della Guardia costiera sarà interdetto il volo, da parte dell’Enac, nello spazio aereo con un raggio di 1 miglio dal punto del naufragio.
Come si svolgeranno le operazioni di recupero del Bayesian
Nello specifico, è Tmc Marine, società di consulenza marittima internazionale con sede in Gran Bretagna, a supervisionare il consorzio di esperti che si occuperà del recupero del Bayesian. Secondo i piani di attuazione dei lavori, la prima imbarcazione Hebo Lift 2, già arrivata il primo maggio a Termini Imerese, oggi inizia le prime analisi e i lavori di preparazione nella zona del naufragio a Porticello. La Hebo Lift 10 resterà nel porto e raggiungerà il luogo per le operazioni tra 7 o 10 giorni per iniziare il lavoro. I lavori sono guidati dalle società olandese Hebo, una società di servizi marittimi di Rotterdam, e Smit Salvage, con il supporto di specialisti italiani.
Si tratta di un’operazione di recupero che prevede l’impiego di circa 70 tra tecnici ed esperti del settore sono stati mobilitati in Sicilia da tutta Europa, oltre una dozzina di altri esperti marittimi provenienti da diverse organizzazioni a terra. “Abbiamo tre obiettivi di progetto – ha spiegato di recebte Marcus Cave, Responsabile dell’Architettura Navale e Direttore di TMC Marine – proteggere la sicurezza del personale che lavora sul posto, salvaguardare l’ambiente marino e recuperare in sicurezza il Bayesiano“.
L’Hebo Lift 10, la gru galleggiante da 5.695 tonnellate lorde, giunto stamane a Termini Imerese, rimarrà nel porto durante le prime fasi del progetto, mentre il personale dell’Hebo Lift 2, la chiatta galleggiante multiuso, con 700 metri quadrati di spazio sul ponte e una gru di coperta, effettuerà i lavori preparatori in loco.
Il naufragio del Bayesian e le indagini
Affondato poco prima dell’alba del 19 agosto nel 2024 durante una tempesta d’acqua, lo yacht Bayesian era ancorato a 300 metri dal piccolo porto peschereccio di Porticello. Nella tragedia, su cui è stato aperto un fascicolo, hanno perso la vita sei passeggeri e un membro dell’equipaggio, tra cui il magnate inglese Mike Lynch.
Secondo le ricostruzioni della vicenda, si era giunti ad ipotizzare che il Bayesian sia affondato a causa di una tromba d’aria e sono al momento iscritti al registro degli indagati per omicidio plurimo e naufragio colposi il comandante, il neozelandese James Cutfield, l’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton, inglese, e il connazionale Matthew Griffith, di guardia in plancia al momento dell’affondamento.
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