Zanzare e mosche ad oltranza e problemi gravi per la vita delle piante. Non si può parlare di semplice ottobrata ma dell’autunno più bollente di sempre
L’autunno più bollente di sempre è questo che stiamo vivendo con la presenza di zanzare, ancora, particolarmente aggressive a fine ottobre, a causa del forte caldo che sta colpendo l’intera penisola. Oltre alla compagnia di zanzare e mosche ad oltranza, c’è il problema che non cadono le foglie. Il forte caldo, infatti, incide particolarmente sulla vita delle piante non permettendo loro di entrare nella fase di riposo vegetativo caratteristico della stagione autunnale che si dimostra, per l’appunto, con la caduta delle foglie.
Dall’analisi della Coldiretti emerge una situazione preoccupante. L’autunno con il termometro più rosso di sempre si registra, non a caso, nell’anno più bollente mai verificatosi fino ad oggi, il 2022, che ha visto rispetto il passato la temperatura alzarsi di quasi un grado, +0,96 gradi, rispetto alla media storica e con precipitazioni ridotte di un terzo, anche se più violente secondo l’istituto Isac Cnr nei primi 9 mesi dell’anno.
Fioriture anomale con allergie e raffreddori fuori dal periodo abituale
Oltre a bloccare la normale caduta autunnale delle foglie, questo clima particolarmente caldo, incide sull’allungamento della fase vegetativa delle piante con il rischio di far ripartire le fioriture e con il pericolo di sbocciare quando ci sarà un forte abbassamento delle temperature. Fatto ancora più grave, fa notare la ricerca Coldiretti, è che, le gemme che fioriranno anticipatamente destinare a gelare verranno a mancare in primavera, diminuendo il potenziale produttivo delle coltivazioni e quindi il raccolto. Questo sfasamento della vegetazione legata ai problemi climatici porterà a fioriture anomale e fuori periodo che potranno, tra gli altri danni, causare problemi alle persone allergiche ai pollini, con il verificarsi di allergie e raffreddori fuori dal periodo abituale. La Coldiretti, inoltre, precisa che nelle campagne, i parassiti rimasti attivi, per via delle alte temperature, avranno terreno fertile per attaccare con più facilità le coltivazioni. Per di più, avvisa Coldiretti, qualora le temperature invernali non fossero sufficientemente fredde, aumenterebbero il numero di insetti svernanti che riescono a sopravvivere, e, questo, porterebbe ad una più numerosa e dannosa loro presenza in primavera.
Il caldo record legato alla mancanza di pioggia, hanno fatto scattare l’allarme siccità fuori stagione, come in Veneto, dove gli agricoltori, sempre secondo la Coldiretti, sono costretti ad aprire i rubinetti per irrigare i campi e non perdere il raccolto. L’unico modo per salvare i kiwi o per proteggere il radicchio.
Le piogge delle scorse settimane, sottolinea Coldiretti, non sono state sufficienti e gli agricoltori hanno dovuto attivare un piano b, con irrigazioni supplementari decisamente fuori stagione. In ogni caso, le temperature quasi estive nel periodo autunnale come la cosiddetta ottobrata, spiega Coldiretti, non è un fenomeno raro ma quest’anno si inserisce in un quadro generale che conferma la tendenza al cambiamento climatico.