“È andata benissimo” ha annunciato Fedez, al secolo Federico Lucia, uscendo dal tribunale di piazzale Clodio a Roma, alla fine della sua udienza con il giudice delle udienze preliminari. “È l’undicesima volta che un magistrato chiede un proscioglimento: il Codacons si metta il cuore in pace e si dedichi a cose più utili. In aula mi sono difeso affermando che il banner utilizzato per la raccolta fondi fosse ingannevole” ha aggiunto poi il rapper, rivolgendosi ai cronisti che affollavano l’entrata del tribunale.
È durata circa tre ore l’udienza di Federico Lucia, in relazione alle accuse mosse nei suoi confronti dal Codacons in riferimento alle presunte diffamazioni da parte del rapper avvenute nel 2020. Al centro della contestazione, vi sarebbe un banner promozionale pubblicato sul sito del Codacons e finalizzato a raccogliere fondi per la ricerca sul Coronavirus. In un caso che ormai va avanti da quattro anni, sia il rapper che l’associazione per la tutela dei consumatori si sono rivolti diverse accuse reciproche. L’ultima, quella che ha portato il rapper in aula, vede il Codacos come accusatore e Fedez come presunto “diffamatore“.
Il cantante, infatti, in data 17 aprile 2020 si sarebbe recato alla stazione dell’Arma di Roma Trionfale per presentare una querela ai danni dell’Associazione, accusata di aver pubblicato un banner “ingannevole” nei confronti dei consumatori. Per l’accusa però il contenuto di quella denuncia rientra nel reato di calunnia, contestazione che quindi ha portato Fedez oggi davanti al gup di Roma.
Il magistrato ha chiesto il proscioglimento delle accuse contro Fedez
Fedez è uscito dal Tribunale di Piazzale Clodio con le mani alzate in simbolo di vittoria. A conclusione della sua udienza, infatti, il pm Antonino Di Maio ha chiesto il proscioglimento dalle accuse affermando che manca l’elemento soggettivo del reato. Il giudice ha quindi aggiornato l’udienza al prossimo 17 giugno quando arriverà la sentenza.
Nell’accusa del Codacons si legge che il rapper avrebbe accusato falsamente Carlo Rienzi, il presidente del Codacons, “di aver pubblicato un messaggio ingannatorio sul sito internet del Codacons con il quale si sarebbe fatto credere che la raccolta fondi promossa sulla pagina internet www.codacons.it nel mese di marzo del 2020 fosse destinata alla battaglia contro il Coronavirus, inducendo così un numero indeterminato di utenti ad aderire alla suddetta campagna, al fine di procurarsi donazioni che invece venivano impiegate a vantaggio esclusivo del Codacons“.
I reati contestati dal rapper sono stati archiviati, portando quindi il cantante ad essere accusato di calunnia. Inizialmente i pubblici ministeri del tribunale di Roma avevano sollecitato l’archiviazione del caso, che però è stata respinta, chiedendo quindi per Fedez l’imputazione coatta.