Accade a Marano, dove in occasione della festa della Madonna del 3 luglio la polizia impedisce il passaggio della processione nei quartieri delle cosche mafiose: «Sarebbe come inchino»
Il comandante della polizia municipale di Marano, in provincia di Napoli, dispone il divieto di passare nelle zone dei clan durante la processione della festa della Madonna, in programma per il 3 luglio. La pena in caso di trasgressione è la confisca della statua.
L’autorizzazione al passaggio del corteo religioso nelle strade di residenza di soggetti legati alla criminalità organizzata è interpretato come una «sorta di inchino al clan operante in quell’area».
Parla il comandante, Luigi Maiello: «Anche a Marano vige esclusivamente la legge dello Stato, e lo Stato non si piega, non si inchina. Dovrebbero invece piegare la testa ed inginocchiarsi ai cittadini, gli pseudo camorristi che hanno distrutto il tessuto economico e sociale di questa città, fatta soprattutto di persone perbene e lavoratori. Marano è una bella città però purtroppo come ogni cosa bella ha un male, che è la criminalità, che noi dobbiamo estirpare anche con queste forme simboliche».
«Entrare in un vicoletto, in una strada privata, per ossequiare un parente o un boss, è un segnale che noi non possiamo tollerare. Arriveremo anche fino a sequestrare la statua, pur essendo io una persona credente, se dovesse avvenire una deviazione al percorso stabilito ed autorizzato: quello non sarà più un’immagine sacra, ma sarà un gesto di prostrazione nei confronti di persone che hanno fatto il male di questa città, ed in generale di tutto il napoletano – conclude, infine, il capo della polizia locale – La vera piaga, il vero tumore che abbiamo nelle nostre zone è la camorra, e chi non lo capisce è complice della criminalità».