Cgil, Cisl e Uil chiedono “un confronto vero” e promettono battaglia valutando forme di mobilitazione. Ma per Palazzo Chigi, che definisce la riforma fiscale una “vera rivoluzione”, il “dialogo è aperto”
Ai sindacati il “nuovo fisco” disegnato dal governo non va giù. Cgil, Cisl e Uil escono dall’incontro a Palazzo Chigi con una posizione contraria sulla legge delega, e promettono battaglia valutando forme di mobilitazione.
Per il Governo riforma fiscale è “una vera rivoluzione”
Ma per Palazzo Chigi, che definisce la riforma fiscale una “vera rivoluzione“, il “dialogo è aperto”. Per cominciare, un elemento sembra non andare bene ai sindacati, ovvero quello dell’assenza del confronto: non si può pensare che basti “un’informativa parziale” – è il ragionamento di Cgil, Cisl e Uil – per giunta a 48 ore dal consiglio dei ministri. “Abbiamo posto una questione legata all’inadeguatezza del metodo, del dialogo e del confronto – dice il segretario della Cisl Luigi Sbarra – non si può, a poche ora dalla convocazione del consiglio dei ministri, convocare le parti sociali ed il sindacato per una informativa sui contenuti della legge delega fiscale in modo parziale, sommario, general generico”.
Sindacati, “è mancato il confronto”
Secondo la vicesegretaria della Cgil Gianna Fracassi “l’incontro non è andato bene né sul metodo né sul merito; perché ci troviamo sostanzialmente oggi a una descrizione della legge delega a 48 ore dal Cdm”. Chiede un “confronto vero” anche il segretario della Uil Domenico Proietti: “Basta informative come fatto fino ad oggi. Se il governo lo farà noi siamo pronti ad avanzare proposte”. Palazzo Chigi la pensa diversamente. Questo incontro viene infatti definito soltanto come “l’inizio di un percorso” con le sigle sindacali, alle quali è stata assicurata “la massima apertura al dialogo e al confronto durante tutto l’iter parlamentare di approvazione della delega e dei successivi provvedimenti attuativi”.
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il viceministro Maurizio Leo, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano – che hanno tenuto il tavolo con i sindacati – si tratta di “un’ampia delega per rivoluzionare in modo strutturale il sistema fiscale italiano dopo 50 anni dall’ultima riforma complessiva che risale agli anni ’70”. Sostanzialmente il punto d’arrivo del governo è quello di un “Fisco amico”, perseguendo “con forza la lotta all’evasione” (sono allo studio misure per incentivare l’adempimento spontaneo), favorendo “la collaborazione” e “il rientro dei capitali”. Al centro della discussione anche “principi e tempistiche del ‘Nuovo fisco’”.
Quindi, è stata messa in evidenza “la volontà del governo di arrivare a una riforma il più possibile concreta e condivisa“. Ma il cammino della riforma non privo di ostacoli. I sindacati si muovono compatti, e ricordano “la piattaforma condivisa”.
Da un lato la Cgil dice che “così non va proprio. Non siamo d’accordo né sulla riduzione delle tre aliquote, perché va a favorire i redditi alti e altissimi, né sulla flat tax che è fuori dalla dimensione della progressività prevista dalla Costituzione. Non siamo assolutamente soddisfatti – osserva Fracassi – non si tratta così un tema che riguarda tutti”.
Dall’altro la Cisl parla delle carte esposte al governo. “Abbiamo indicato l’urgenza al governo di rispondere alle nostre priorità sul tema della riforma fiscale – mette in chiaro Sbarra – aggiungo che bisogna accelerare il confronto” anche su altri temi (dalle pensioni alla salute e alla sicurezza, fino alla stabilità del lavoro); “se il governo risponde a queste nostre rivendicazioni nei prossimi giorni, bene, diversamente siamo pronti a valutare insieme a Cgil e Uil le iniziative di mobilitazione da mettere in campo a sostegno delle nostre ragioni”.