Parla lo scrittore Andrea Vitello che proprio domenica a Roma ha presentato il suo libro “Il nazista che salvò gli ebrei”: “Troppi precedenti, c’è bisogno di nuove norme”
La Curva Nord colpisce ancora. Un Dejà vu. Ancora cori antisemiti allo Stadio Olimpico. Al termine del derby Roma-Lazio di domenica scorsa, in un video pubblicato su Instagram si sente la Curva Nord cantare a più riprese “giallorosso ebreo” e, più volte: “In sinagoga vai a pregare, ti farò sempre scappare, romanista vaff…”. L’episodio è stato denunciato dal giudice sportivo di serie A che ha chiesto un’istruttoria rapida alla procura della Federcalcio, che ha poi aperto un’inchiesta.
“La tifoseria della Lazio però non è nuova ad episodi di antisemitismo – commenta lo storico e scrittore Andrea Vitello, che proprio domenica, mentre Roma e Lazio erano in campo, ha presentato il suo libro ‘Il nazista che salvò gli ebrei’ – Dopo le vicende di domenica non mi aspetto seri provvedimenti, visto i precedenti. Servono urgentemente misure serie e nuove leggi che puniscano severamente certi episodi, che derivano sicuramente da un grave problema culturale”.
Ottobre 2017: adesivi antisemiti con Anna Frank
Vitello ci ricorda un episodio simile di quattro anni fa, di quando “i laziali, nell’ottobre 2017, imbrattano la curva sud (dei romanisti) con adesivi antisemiti- firmati dal gruppo ultrà biancoceleste degli Irriducibili- con la stampa “Romanista ebreo” e con l’immagine di Anna Frank con la maglia della Roma”.
Il saluto romano del falconiere dell’aquila
Subito dopo l’accaduto di domenica, la società biancoceleste, tramite un comunicato, ha condannato i cori spiegando che, “ha sempre condannato con la massima fermezza ogni espressione di antisemitismo e di razzismo che si manifestano ormai nella quasi totalità delle partite e in tutti gli stadi d’Italia”.
“In realtà cori offensivi e “razzisti” sono da sempre prerogativa della Lazio – sostiene Vitello. “La società si è difesa sostenendo che ‘non fanno parte della loro cultura’, quando in realtà sono stati chiamati a sospendere il proprio allenatore dell’aquila poiché utilizzava il saluto romano”. Infatti, nell’ottobre 2021 Juan Bernabé, il falconiere dell’aquila Olimpia, che dalla stagione 2010/2011 vola sull’Olimpico prima delle partite casalinghe laziali, “dopo la vittoria sull’Inter, Barnabè venne ripreso mentre faceva il saluto romano verso i tifosi laziali che inneggiavano al duce”, afferma lo scrittore. “In quel caso la Lazio prese le distanze sospendendo Juan Bernabé, specificando che non era un suo tesserato ma di una società esterna, tuttavia poco dopo fu reintegrato nel suo ruolo e non certo perché non poteva essere trovato un nuovo falconiere…”.
“Visti i precedenti, dopo le vicende di domenica non mi aspetto seri provvedimenti. Servono misure serie e nuove leggi che puniscano severamente certi episodi, che derivano sicuramente da un grave problema culturale. Tutto questo perché l’Italia, a 100 anni dalla marcia su Roma, non è riuscita ancora a fare i conti con la storia”, afferma.
In attesa delle decisioni della Meloni
Proprio lunedì scorso Giorgia Meloni, ai margini della COP 27 a Sharm El Sheikh, ha incontrato il Presidente dello Stato di Israele Isaac Herzog, con il quale è stata condivisa una forte assonanza sulla difesa dei valori comuni a partire dalla lotta all’antisemitismo. “Tuttavia – afferma lo storico – affinché la condanna al nazifascismo e la condivisione di valori come la lotta all’antisemitismo non restino solo prese di posizione vuote volte ad autogiustificarsi, Giorgia Meloni dovrebbe far promulgare non solo una nuova legge sugli stati, ma dovrebbe investire fondi sull’insegnamento della Shoah nelle scuole e nell’Università, far costruire un museo nazionale sul fascismo, e fare una legge per dare un risarcimento agli ebrei dal 1938 in poi, nonché togliere la fiamma tricolore dal simbolo del suo partito come richiesto dalla senatrice Liliana Segre. Sinceramente aspetterò con grande interesse le sue decisioni”, conclude Vitello.