Schizzano i prezzi pernottamenti, ristorazione, materiali, ma soprattutto degli skipass. A rischio decine di migliaia di posti di lavoro
Anche le vacanze in montagna diventano inaccessibili, colpa del caro energia: prezzi alle stelle, dai pernottamenti alla ristorazione, ma soprattutto degli skipass. Una stagione invernale che ancor prima di iniziare si preannuncia difficile, costosa e soprattutto tutta la filiera della montagna è in apprensione per le decine di migliaia di posti di lavoro a rischio.
Molti impianti ipotizzano di chiudere gli impianti in alcuni giorni della settimana o aprire a giorni alterni, altri pensano invece ad una apertura ad orari (solo mattina o con la “pausa pranzo”), altri ancora potrebbero decidere di aprire solo nel fine settimana. Nei comprensori più grandi c’è addirittura l’ipotesi di aprire solo alcuni impianti, ovvero i più frequentati. Si pensa anche a una probabile chiusura dello sci notturno.
Anche l’uso dei cannoni per produrre la neve avrà un suo costo in un contesto dove umidità dell’aria e basse temperature giocheranno un ruolo importante. I prezzi esplodono, alle stelle i costi dei pernottamenti, della ristorazione, dei materiali, ma soprattutto degli skipass, come evidenzia l’indagine di Assoutenti rileva rincari generalizzati per lo skipass rispetto alle tariffe praticate lo scorso anno, aumenti che interessano tutte le principali località sciistiche italiane.
A subire i rincari maggiori sono stati gli abbonamenti giornalieri, gli stagionali o le tessere plurigiornaliere, dal 6 fino al 12-13% con una media attestatosi sul 10. Diverse le decisioni prese dai comprensori. Nei sei del Friuli Venezia Giulia, ad esempio, è stato deciso di non aggiornare i prezzi (il giornaliero continuerà a costare 39,50 euro per tutta la stagione e 215 euro il settimanale).
La situazione nelle regioni del Nord
In Alto Adige, Veneto, Lombardia e Valle d’Aosta i prezzi degli skipass vengono tendenzialmente differenziati in tre scaglioni, inizio e fine stagione, Natale-Capodanno e stagione intermedia. C’è una piccola riduzione in alcune zone se l’acquisto viene fatto online.
Nelle prossime settimane i prezzi del Dolomiti Superski potrebbero subire un nuovo rincaro: il tariffario del carosello di oltre 1200 chilometri sulle Dolomiti potrebbe avvertire i clienti di un possibile aumento. Il giornaliero di Dolomiti Superski, in alta stagione, è passato dai 67 euro dell’ultimo inverno a 74. Lo skipass definito di ‘valle’ (non vale per il ‘Sellaronda’), ovvero quello di uno specifico comprensorio va dai 69 euro di Cortina d’Ampezzo ai 61 di Fiemme-Obereggen. Il Dolomiti Superski stagionale passa dagli 870 euro di un anno fa agli 890 euro se acquistato fino al 24 dicembre mentre dopo Natale costerà 950 euro.
L’incremento maggiore dei costi è avvenuto a Bormio in Valtellina dopo che il prezzo del giornaliero in alta stagione ha subito un incremento del 13% passando da 46 euro a 52 euro (+6,4% lo stagionale che è pari a 825 euro). Più contenuti gli aumenti a Livigno, +5,8% per il giornaliero (da 52 a 55 euro) e +4,8% per lo stagionale (825 euro). Sfiora il 9% l’aumento in Val d’Aosta, +8,9% a Courmayeur (da 56 a 61 euro) e +7,5% a Cervinia (da 53 a 57 euro). Il record spetta alla località svizzera di Saas Fee dove all’attuale cambio franco-euro per il giornaliero bisogna sborsare 82 euro.