Il Canada ha scelto il successore di Justin Trudeau. Mark Carney, già primo ministro ad interim, è stato eletto a capo del governo di Ottawa in un contesto geopolitico complessissimo per lo Stato della foglia d’acero.
La campagna elettorale, segnata dalle tensioni sui dazi, si è conclusa con la vittoria del partito liberale, che però non è chiaro se guiderà una coalizione segnata anche dal supporto dei conservatori. Il leader di quest’ultima forza politica, Pierre Poilievre, ha promesso di collaborare con il governo di Carney con l’obiettivo di contrastare la guerra commerciale e le minacce di annessione del presidente Usa, Donald Trump.
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“Metteremo sempre il Canada al primo posto“, ha dichiarato ai suoi sostenitori, ribadendo che la priorità del nuovo governo dovrà essere quella di ottenere un nuovo accordo commerciale che chiuda definitivamente la spaventosa stagione dei dazi. Molto più dure, paradossalmente, le parole del neoeletto premier. L’economista ha infatti sottolineato che il Canada non potrà e non dovrà dimenticare “il tradimento americano“, chiarendo che “il rapporto tra il nostro Paese e gli Usa è finito“.
Mark Carney, ritenuto da molti la figura più adatta per gestire tale situazione, visto il suo passato da banchiere di Goldman Sachs e soprattutto di governatore della Banca del Canada e dirigente della Banca d’Inghilterra, ha già messo in guardia il suo Paese, chiarendo come il prossimo periodo sarà effettivamente “difficile” e “richiederà sacrifici“.
Il messaggio al popolo canadese è però di speranza e contiene un appello all’unità, unica modalità per permettere al Paese di sopravvivere agli attacchi statunitensi. “Il presidente Trump sta cercando di spezzarci per possederci“, ha infatti tuonato Carney, dimostrando di essere convinto della sua posizione e soprattutto di non essere pronto a cedere alle richieste Usa.
La scalata politica di Mark Carney: da banchiere di successo al leader del Canada
La corsa politica di Mark Carney è stata ovviamente favorita proprio dagli attacchi di Donald Trump. A seguito delle dimissioni di Justin Trudeau, avvenute lo scorso gennaio, sembrava scontato che il Paese avrebbe virato verso i conservatori di Poilievre, scottati dall’insuccesso dei liberali. L’inizio del mandato di Trump e i dazi imposti alle merci canadesi importate negli Usa hanno però convinto il popolo a concentrarsi su una figura che più che un leader politico rappresenta una speranza economica.
Carney nasce infatti come banchiere e nel corso della sua carriera non ha mai ricoperto ruoli politici nel suo Paese. Nel 2008, però, il suo nome diventa famoso in quanto scelto per gestire la Banca del Canada nel mezzo della crisi finanziaria globale. Solo cinque anni dopo, il primo ministro britannico David Cameron lo sceglie come dirigente della Banca d’Inghilterra, rendendolo il primo straniero a dirigere la Banca inglese, e costringendolo a gestire il periodo unico nel suo genere della Brexit.
“Sono più utile nei momenti di crisi, non sono molto bravo in tempo di pace“, ha scherzato nel corso della sua campagna elettorale, cercando di convincere i suoi elettori di essere la scelta giusta per guidare il Paese in questo periodo così complesso. La postura rigida, la faccia seria e le notevoli capacità economiche lo hanno reso una sorta di anti-Trudeau, rendendolo un favorito nella corsa al governo canadese.
Non sono comunque mancate le accuse nei suoi confronti, in particolare dall’avversario conservatore. Quest’ultimo ha più volte messo in luce la sua provenienza elitaria, sfruttandola a suo favore insinuando che i suoi possedimenti economici potrebbero renderlo un leader lontano dai bisogni del popolo e incapace di comprendere le difficoltà vissute dalla classe media del Canada. Secondo Bloomberg, infatti, a dicembre Carney aveva stock option per un valore di diversi milioni di dollari e proprio tali possedimenti avrebbero scatenato duri scambi con i giornalisti nel corso della campagna elettorale.
Nonostante le critiche, Carney è comunque riuscito a conquistare il popolo canadese, pronto ad aggiungere questa nuova crisi al suo curriculum, nella speranza di risolverla al più presto.
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