Il presidente dell’Aifa spegne gli allarmismi: «Maggiore contagiosità, per ora, è sintomo di minore patogenicità»
«Se guardiamo i dati resi noti il 30 giugno dal Centro Europeo per il controllo delle malattie, ci rendiamo conto della minore patogenicità di Ba.1 e Ba.2, mentre su Ba.3 e Ba.4 abbiamo meno dati a disposizione» così il Giorgio Palù, presidente dell’Aifa, parla in un’intervista a “La Stampa”.
«Nonostante i dati siano incompleti, almeno in Europa, se prendiamo campioni di dati ed analisi fornite dai centri americani, ci rendiamo conto che i casi di polmonite si siano ridotto drasticamente – prosegue il virologo – chiaro che con una circolazione virale così alta qualche caso di ricovero ci sia sempre, ma bisogna capire e analizzare quadro clinico ed età dei pazienti».
Quello che conta, secondo Palù, è il monitoraggio costante delle trasformazioni del virus che, per ora, mantengono uno standard chiaro: «Più muta, più aumenta la contagiosità. Perde, però, in virulenza come tutti i virus pandemici, perché non ha intenzione di uccidere l’ospite e questo è buono».
Sui vaccini, poi, sottolinea: «Il vaccino bivalente ad mRna per Ba.1 potrebbe essere approvato a settembre. L’aggiornamento sulle varianti 3 e 4 dovrebbe arrivare in inverno». Secondo il punto di vista del presidente dell’Aifa, la dose andrebbe somministrata a tutti gli over 60 a prescindere dalla presenza di patologie pregresse, similmente all’anti-influenzale.
Sulla reticenza degli over 80 con le quarte dosi: «Solo il 20% ha fatto la quarta dose. Pesa il dubbio delle reinfezioni e il mancato aggiornamento dei vaccini. Il mio consiglio, tuttavia, è quello di provvedere a farlo, visto che l’attuale vaccino protegge ancora dalla forma grave della malattia».