Dopo la vittoria decisiva contro il Sassuolo, i nomi della politica rossoneri si lasciano andare a esultanze. Ma c’è anche chi non gioisce affatto e lancia parole al vetriolo
Dopo il trionfo del Milan in campionato arrivano i commenti di Enrico Letta, leader del Pd: «Lo scudetto più bello. Ancora di più perché altri erano i favoriti. E perché arriva dopo un decennio di sofferenze indicibili – scrive il politico su Twitter – Il Milan ha giocato il miglior calcio dall’inizio alla fine con un fantastico mix di giovani e anziani. E due strepitosi registi, Pioli e Maldini».
Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, tifoso della squadra rossonera, ringrazia la squadra e l’impegno dell’allenatore Pioli: «È la vittoria di una squadra vera. Unita, forte e coraggiosa. Tutte caratteristiche che ho percepito in maniera chiara e decisa quando ho conosciuto personalmente Zlatan Ibrahimovic, autentico leader carismatico in grado di trasferire ai suoi compagni ciò che serve per centrare il traguardo. Da milanista sono felice per tutti i tifosi rossoneri e per il mio caro amico Paolo Scaroni. Onore all’Inter che ha lottato fino all’ultima giornata rendendo ancora più avvincente questa sfida! E ora tutti a festeggiare, inizia la notte dei Campioni. E non appena sarà buio, Palazzo Lombardia sarà illuminato di rossonero».
La Russa non ci sta
Non solo le congratulazioni per il nuovo campione d’Italia, ma anche le parole di rammarico da parte degli interisti, l’altra squadra milanese.
Ignazio La Russa, infatti, commenta la vittoria del Milan non senza un po’ di sarcastico livore: «Sono stati bravi, hanno approfittato dell’occasione. Adesso gli abbiamo fatto un regalo, da Natale non gli regaliamo più niente – assicura il senatore intervistato da AdnKronos negli ultimi minuti di partita – Pazienza, il Milan ha fatto un bel campionato, al di sopra dei suoi meriti. Noi non abbiamo fatto i punti che questa Inter era in grado di fare. E’ quello che poteva raccogliere. Loro hanno fatto i punti che si meritavano, noi meno punti di quelli che potevamo fare».
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