Santanchè, respinta la mozione di sfiducia: “Dimissioni? Valuterò da sola”

La ministra del Turismo ha sostenuto di non voler scappare dalla Giustizia, ma di voler affrontare il processo e difendersi. Parlando alle opposizioni, poi, Santanchè ha sostenuto: "Sono l'emblema di tutto ciò che detestate voi non volete combattere la povertà ma la ricchezza. Io sono una donna libera, porto i tacchi 12"

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Daniela Santanchè è tornata in Aula per la terza mozione di sfiducia nei suoi confronti. Anche questa volta a presentarla è stato il Movimento 5 Stelle, con due mozioni firmate da Francesco Silvestri e Stefano Patuanelli, e anche oggi a prevalere sono stati i voti contrari. Nessuna sorpresa, insomma, i voti a favore della mozione sono stati 134, contro i 206 non favorevoli.

Poco prima dell’inizio della discussione era infatti intervenuto il presidente dei senatori di FdI, Lucio Malan, che aveva sottolineato come quello odierno fosse “un voto scontato“, in quanto “queste mozioni di sfiducia individuale hanno la funzione di solito di compattare gli avversari, in questo caso la maggioranza, non ce ne era bisogno…“.

Non erano della stessa opinione le opposizioni, che si sono compattate al fine di votare a favore per le dimissioni della ministra. La proposta del M5S è stata infatti sottoscritta da Pd, Avs e Italia viva e sostenuta da Azione, che però non ha firmato la mozione, pur decidendo di votare “” insieme a Italia Viva e +Europa. Nessun leader del centrodestra è intervenuto nel corso della votazione, ma si sono presentati numerosi esponenti della maggioranza, tra cui la ministra dell’Istruzione Anna Maria Bernini, il ministro della Cultura Alessandro Giuli, il ministro per le Pari opportunità Eugenia Roccella, e molti altri. Per le opposizioni saranno invece presenti il leader del M5S, Giuseppe Conte, e la segretaria del Pd, Elly Schlein.

La mozione di sfiducia nei confronti della ministra del Turismo nasce in riferimento al cosiddetto “caso Visibilia“, ovvero il rinvio a giudizio di Santanchè per falso in bilancio nell’inchiesta che riguarda la società che dà il nome al processo, da cui la ministra si è distaccata nel 2022 sia a livello di cariche che di quote. Inoltre, Santanchèsi trova al centro di un secondo caso per una presunta truffa all’Inps sulla cassa integrazione Covid, sempre in relazione alla società Visibilia.

Santanchè: “Intendo difendermi in sede giudiziaria”

Daniela Santanchè ha preso la parola dell’Aula della Camera per chiarire la sua posizione e per rispondere alle accuse a lei volte dalle opposizioni. La ministra ha innanzitutto sottolineato che i fatti oggetto della mozione di sfiducia, e che sono da accertare, risalgono ad un periodo antecedente al suo giuramento da ministro.

Santanchè ha poi sostenuto di avere “fiducia nella magistratura” e al contempo di voler affrontare la mozione al voto in Aula con “la massima trasparenza” e ribadendo sempre il suo “impegno nei confronti della Costituzione, nel rispetto della magistratura ma anche con i principi fondamentali del nostro ordinamento“.

La ministra ha sottolineato di non sentirsi sola e di voler ringraziare per questo i suoi colleghi della maggioranza di governo, soprattutto perché continuano a sostenerla nella sua battaglia di garantismo. “La storia non vi ha insegnato nulla?“, ha chiesto Santanchè alle opposizioni, facendo riferimento ai numerosi amministratori o ministri che nel corso delle legislature sono stati costretti a dimettersi per poi essere assolti in sede giudiziaria.

Io non vorrei far parte di questo elenco ma non intendo scappare, intendo difendermi in sede giudiziaria“, ha chiarito la ministra del Turismo, prima di concedersi un affondo nei confronti dei pentastellati. Secondo Santanchè, infatti, l’accusa di conflitto di interessi arriverebbe da un partito che “ha fatto della mancanza di merito e dell’incompetenza una squadra di governo“. Al contrario suo che, invece, crede nel merito e ritiene “che la competenza non sia una colpa“.

Santanchè ha poi alzato i toni, sostenendo di essere “l’emblema di tutto ciò che detestate, voi non volete combattere la povertà ma la ricchezza“, per poi aggiungere serafica: “Io sono una donna libera, porto i tacchi 12“. Inoltre, Santanchè ha sostenuto che le opposizioni avrebbe usato insulti per descriverla, ma di non volerli ripetere perché “è una signora“. Sul caso delle presunte borse false, ha dichiarato pubblicamente di “non aver nulla da nascondere“, tra gli applausi della maggioranza e i vocii delle opposizioni.

Sulla delicatissima questione delle dimissioni, Santanchè ha ammesso di essere pronta ad intavolare unariflessione” perché “è giusto che io lo faccia“, aggiungendo però di voler procedere in autonomia, senza alcun tipo di costrizione, pressione o ricatto. Nello specifico, la ministra sottolinea di essere pronta a lasciare il suo nel caso in cui venisse rinviata a giudizio per il caso Inps, alla luce dell’amore e del rispetto che nutre per il suo partito.

Una dichiarazione che ha soddisfatto FdI, come sottolineato dal vicepresidente alla Camera, Massimo Ruspandini, e dal deputato Andrea Pellicini, che hanno evidenziato come la ministra abbia rivendicato gli ottimi risultati del suo ministero ma allo stesso tempo abbia anteposto il benessere del partito al suo.

Conte: “Perché non si dimette?”

Dopo aver attribuito la responsabilità della vicenda non solo alla ministra Santanchè ma anche alla premier Meloni, Giuseppe Conte si interroga sulle possibili motivazioni per cui il Presidente del Consiglio non faccia dimettere la ministra, mettendo così a rischio “il prestigio delle istituzioni“.

Il leader pentastellato individua, quindi, due plausibili spiegazioni. “La prima è che lei, Santanchè, ricatta Meloni“, insinuando che all’opposizione siano stati condivisi segreti che oggi metterebbero in imbarazzo la premier e “allora comprenderemmo perché ogni giorno Meloni dice che non è ricattabile“. La seconda ipotesi “è che Fdi dopo aver avuto come motto ‘legge e ordine’, oggi che siete al potere vi sentite casta intoccabile“. In tal senso, Conte affonda ponendo d’esempio il caso Delmastro, come convinzione del fatto che Fdi si senta al di sopra della legge.

Durissima anche la reazione della segretaria del Pd, Elly Schlein, che sostiene che oggi Meloni “faccia finta di non conoscere la ministra“, in quanto non presente in Aula a mostrarle il suo supporto. “L’ha scaricata come lei ha scaricato i suoi dipendenti“, ha tuonato la leader dem, prima di rivolgere una domanda retorica e asprissima alla ministra: “Mentre lei viene qui a difendere le borsette, chi difende gli italiani dalle bollette?“.

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