Il 38enne prima condannato e poi assolto per l’omicidio di Meredith Kercher paga i danni psicologici ed economici per aver passato 4 anni in carcere
Il 12 giugno si vota per i cinque referendum sulla giustizia e Raffaele Sollecito non ha dubbi sul dirigersi alle urne. Il 38enne è stato coinvolto nella morte di Meredith Kercher, la studentessa uccisa a Perugia la sera del primo novembre 2007. Condannato a 25 anni per concorso in omicidio con Amanda Knox, poi assolto, di nuovo condannato per poi essere definitivamente assolto dalla Corte di Cassazione nel 2014 per non aver commesso il fatto.
Un procedimento costato a Raffaele 4 anni di carcere prima di veder riconosciuta la propria innocenza. Ha dovuto affrontare per 7 anni un tortuoso iter giudiziario di cui ancora oggi continua a pagarne il costo psicologico, sociale ed economico. Come ha dichiarato nell’intervista all’agenzia Adnkronos: «Andrò a votare. Il tema è complesso, ma in Italia la politica non è mai stata capace autonomamente di riformare la giustizia: nessun governo non ci è mai riuscito. I problemi sono tanti e i cittadini sono consapevoli che il ‘sistema giustizia’ non garantisce i loro diritti». Oggi Sollecito lavora a Milano come ingegnere informatico.