L’ex presidente della Regione Liguria siederà davanti ai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Genova il prossimo 5 novembre. La data del processo immediato è stata dunque scelta e questa sarà l’occasione in cui Giovanni Toti potrà portare avanti le sue tesi e difendere la sua posizione. L’ex governatore è infatti accusato di corruzione per alcuni presunti affari illeciti che lo legano alle attività del porto di Genova e al finanziamento illecito del suo partito.
Toti si è da subito dichiarato innocente e per evitare di rimanere ai domiciliari fino al processo ha deciso di dare le sue dimissioni e lasciare il mondo della politica. Lo stesso 5 novembre saranno sottoposti a processo anche l’imprenditore portuale Aldo Spinelli e l’ex presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini.
Leggi Anche
Toti: “Non ho mai preso un centesimo per me“
Dal giorno della sua scarcerazione, lo scorso primo agosto, l’ex presidente della Liguria Giovanni Toti è tornato a parlare pubblicamente, dichiarandosi innocente e proteggendo la sua posizione e la sua famiglia. In un’intervista al Quotidiano Nazionale, il già governatore ha sostenuto di aver “sempre agito nell’esclusivo interesse dei liguri” senza aver “mai preso un centesimo per me o per la mia famiglia“. Secondo Toti proprio i dati sulla crescita della Regione raccolti negli ultimi anni sosterrebbero le sue dichiarazioni.
Giovanni Toti è rimasto agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione per 86 giorni, ovvero dallo scorso 7 maggio fino al primo agosto. Dallo scorso giovedì l’ex presidente è un uomo libero, come decretato dal giudice per le indagini preliminari che ha accettato la richiesta di scarcerazione presentata dai legali dell’ex governatore. Sembrerebbe che proprio la decisione di Toti di dimettersi dalla sua posizione avrebbe convinto il giudice a procedere con il ritiro della misura cautelare poiché il pericolo della reiterazione del reato non sussisterebbe più.
Toti: “Ho sempre garantito ascolto a tutti gli imprenditori“
Giovanni Toti ha voluto specificare di aver “sempre garantito ascolto e attenzione a tutti gli imprenditori, a prescindere dal fatto che finanziassero o meno il mio comitato“. Una diretta risposta alle accuse della magistratura, che invece ritiene che Toti abbia favorito diverse personalità in cambio di sostegni economici per le sue campagne politiche.
Parlando invece delle sue dimissioni, l’ex governatore ha sostenuto di aver agito per altruismo, ovvero per “restituire ai liguri il diritto di esprimersi sul modello che ho costruito e che ha riproposto la Liguria nel mondo“. A seguito del suo arresto, infatti, le opposizioni avrebbero criticato Toti per aver lasciato la sua Regione in una situazione di stallo, bloccando i lavori in corso e l’inizio di quelli preventivati.
Per quanto riguarda le prossime elezioni regionali, l’ex presidente sembrerebbe avere le idee chiare: non si candiderà. Toti ha infatti spiegato che dal suo punto di vista la via più corretta da seguire sarebbe quella del candidato civico, perché “quello del civismo è un patrimonio che ritengo non vada disperso“. L’ex governatore ha infatti affermato che “se in Liguria l’80% degli amministratori locali è di centrodestra lo si deve proprio al civismo“, aggiungendo che: “Credo che una potente gamba civica e moderata possa fare la differenza“.
Toti poi ha deciso di attaccare il centrosinistra, sostenendo che il papabile candidato Andrea Orlando “è il più accreditato per rappresentare il centrosinistra perché rappresenta perfettamente la sinistra giustizialista e populista, quel campo largo che in Liguria si è fermato al 37%. È l’emblema di quella piazza semivuota che voleva linciarmi mentre ero arrestato“. Per quanto riguarda il candidato del centrodestra, Toti ha sostenuto che la decisione dovrà essere presa “insieme con gli alleati“.
Toti al Corriere: “Provo un profondo senso di impotenza”
Intervistato dal Corriere della Sera, l’ex governatore ha dichiarato che questi ultimi tre mesi sono stati da lui vissuti quasi serenamente grazie alla presenza costante della sua famiglia al suo fianco. Il politico, però, non ha potuto evitare di ammettere che dal suo punto di vista “le accuse, la tempistica, la dinamica e la carcerazione sono state un eccesso“.
Appena ricevuta la notizia della sua carcerazione, Toti ha sostenuto di averla vissuta con “la fatalità con cui prendi un incidente. Sai che ti è capitato e cerchi di superarlo”. Inoltre, l’ex presidente ha dichiarato che in questi tre mesi ha provato “un profondo senso di ingiustizia ed un po’ di impotenza, anche quella di un sistema politico che si è fatto mettere molto in subordine dal sistema giudiziario”. Dopo aver ricevuto la notizia della possibilità di tornare in libertà, invece, Toti ha sentito molti politici che gli hanno espresso vicinanza, tra cui Salvini.
Sul terminalista Aldo Spinelli il già presidente ha spiegato che “le intercettazioni dimostrano solo un pezzettino della scena. Ho trovato uno spaccato della mia vita costruito, montato, indirizzato e analizzato sul rapporto con un’unica persona, ma il trattamento che Spinelli ha avuto da me è stato lo stesso di tutti gli imprenditori della Liguria ai quali abbiamo sempre dato attenzione perché crediamo nell’impresa, che poi finanziassero i miei comitati oppure no, non aveva importanza”.
Mentre sulla notifica della seconda ordinanza per finanziamento illecito dei partiti riguardo alla vicenda dell’Esselunga afferma che “non l’ho proprio capita. Di far sbarcare Esselunga in concorrenza in regione è un progetto che abbiamo sbandierato ai quattro venti. Leggere che abbiamo velocizzato una pratica di Esselunga è qualche cosa di francamente inascoltabile, poi per la giustizia si pronunceranno i tribunali”.
Toti ha poi spiegato il motivo per cui ha scelto di dimettersi: “Proseguendo il braccio di ferro con la magistratura di Genova avremmo di fatto paralizzato la presidenza della Regione. Essendo un’inchiesta dai connotati politici molto spiccati è giusto che i cittadini esprimano il loro parere con il voto”. L’ex presidente della Liguria ha concluso ammettendo di non volersi candidare alle elezioni e che per il processo in autunno “ho un sacco di cose che non ho avuto modo di dire”.
Giovanni Toti libero
Il presidente della Liguria Giovanni Toti è tornato libero dopo 88 giorni di arresti domiciliari, dovuti alle accuse di corruzione nei suoi confronti. Il giudice per indagini preliminari ha infatti accolto la richiesta di revoca della misura cautelare presentata dagli avvocati del governatore. Un faro di speranza per il politico, costretto a dimettersi a causa del processo mediatico e politico che lo ha inseguito negli ultimi mesi. La decisione del giudice sarebbe stata motivata proprio dalle dimissioni di Toti, il quale, non praticando più la sua professione, non ricadrebbe nella possibilità di reiterazione di reato.
La richiesta degli avvocati del presidente di Regione era stata depositata lo scorso 29 luglio via pec. I pm Federico Manotti e Luca Monteverde hanno avuto due giorni per dare un parere. Uno dei legali ha affermato: “La nostra richiesta è basata sul fatto che non ci siano più i presupposti per mantenere la custodia. Dopo le dimissioni che hanno fatto venire meno la carica pubblica e vista la chiusura imminente delle indagini non ci sono più i requisiti per mantenere Toti ai domiciliari“.
Alessandro Piana, presidente facente funzioni della Regione Liguria, ha dichiarato di essere “contento” della notizia e di non essere sorpreso dall’accaduto: “Diciamo che ce lo aspettavamo: spiace solo che questa decisione sia arrivata dopo le dimissioni di Toti“. Savi è invece intervenuto chiarendo che “Toti è libero senza restrizioni, non ha alcun vincolo. Riprenderà la sua vita da uomo libero e come tale potrà fare tutto quello che fa un libero cittadino, anche politica“.
Richiesto il giudizio immediato per Toti, Spinelli e Signorini
La procura di Genova ha chiesto il giudizio immediato per l’ex presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, per l’imprenditore portuale Aldo Spinelli e per l’ex presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini. La richiesta è stata inoltrata al giudice per le indagini preliminari che dovrà verificare che sussistano le condizioni e poi fissare la data del processo.
Il dibattimento potrebbe iniziare tra ottobre e novembre. Gli indagati hanno poi 15 giorni per scegliere eventuali riti alternativi come il processo immediato o il patteggiamento. È stato il procuratore capo Nicola Piacente a convocare i legali di Toti, Spinelli e Signorini per comunicare la decisione di chiedere il giudizio immediato. “È stata una cortesia – hanno detto gli avvocati Stefano Savi, Andrea Vernazza e Sandro Vaccaro – che il procuratore ci ha voluto fare. Noi non chiederemo alcun rito alternativo“, hanno spiegato i legali. “Avremo tutto il materiale da studiare, comprese una serie di intercettazioni che finora non abbiamo mai sentito. Vogliamo ascoltare anche i toni usati perché a volte potrebbero essere delle battute“.
Le dimissioni: atto irrevocabile
La lettera di dimissioni, consegnata al protocollo della Regione Liguria alle 10:40, segna la fine di un lungo periodo di governance per Toti, iniziato nel 2015. “Dopo tre mesi dall’inizio dei miei arresti domiciliari e la conseguente sospensione dall’incarico che gli elettori mi hanno affidato per ben due volte, ho deciso sia giunto il momento di rassegnare le mie irrevocabili dimissioni da presidente della Giunta Regionale della Liguria”, scrive Toti nella sua missiva, diffusa dal suo difensore Stefano Savi.
Reazioni dal mondo politico
Le dimissioni di Toti hanno provocato immediate reazioni tra i leader politici. Carlo Calenda, leader di Azione, ha espresso critiche sulla gestione della situazione, definendo “indegno” il ricorso a misure cautelari per forzare le dimissioni di un governatore: “Non è stata una bella pagina per la democrazia italiana”.
Dall’altro lato, la Lega ha difeso l’operato di Toti e ha condannato quelli che ritiene tentativi di sovvertire il voto popolare attraverso inchieste e arresti: “La Lega non si fa intimidire e i cittadini sapranno rispondere democraticamente riconfermando il centrodestra“.
Il futuro della Liguria
Con le dimissioni di Toti, la Regione Liguria si prepara a tornare alle urne entro 90 giorni, come previsto dallo statuto regionale. Toti, nella sua lettera, ha invitato i cittadini a esprimersi nuovamente per dare forza e autorevolezza alla politica regionale, necessarie per affrontare le sfide future. Ha inoltre ringraziato la Giunta e la maggioranza per aver portato avanti i progetti e i cantieri durante la sua sospensione.
Un nuovo capitolo
Toti conclude la sua lunga lettera con parole di gratitudine e speranza per il futuro: “Lascio orgoglioso delle tante cose fatte e onorato di aver lavorato con molte persone capaci e coraggiose… Si apre per tutti una fase nuova: agli elettori il compito di giudicare la Liguria che abbiamo costruito insieme in questi lunghi anni e decidere se andare avanti su questa strada”.
L’ex governatore torna così a essere un semplice cittadino, ma il suo impatto sulla politica ligure e il suo lascito continueranno a influenzare il dibattito pubblico nei mesi a venire. Le elezioni anticipate si preannunciano combattute, con l’elettorato chiamato a decidere il futuro della Regione in un momento di grande incertezza politica e sociale.
© Riproduzione riservata