Dopo le polemiche sul sindaco di Bari, Antonio Decaro, un nuovo scandalo si è abbattuto sulla Regione Puglia: L’Assessore ai Trasporti, Anita Maurodinoia, in seguito alle accuse di coinvolgimento in un presunto caso di corruzione elettorale, ha rassegnato le sue dimissioni. La notizia è stata comunicata attraverso una breve nota rilasciata dalla Regione. Maurodinoia è attualmente indagata nell’ambito di un’inchiesta per voto di scambio che ha portato a 10 ordinanze di custodia cautelare, tra le quali figura anche quella del marito dell’assessore, Sandro Cataldo, posto ai domiciliari.
Un buon affare: 50 euro al voto
Maurodinoia e Cataldo sono entrambi accusati di corruzione elettorale nel contesto delle elezioni comunali del 3 e 4 ottobre 2021 nel comune di Triggiano, situato nella provincia di Bari. L’inchiesta è stata avviata in seguito al ritrovamento, il 6 ottobre 2021, di frammenti di fotocopie di documenti d’identità e codici fiscali in un cassonetto per l’immondizia.
La rete messa in piedi avrebbe condizionato le preferenze di voto di numerosi elettori, anche mediante il pagamento di 50 euro per voto. Chi accettava l’accordo doveva consegnare copie dei propri documenti d’identità e della scheda elettorale per un preciso conteggio dei voti, sezione per sezione. L’indagine ha evidenziato un sistema politico clientelare, con l’uso di pratiche illecite per influenzare l’esito delle elezioni.
Puglia: Schlein bacchetta Maurodinoia, Conte abbandona le primarie
Le reazioni dei politici locali non si sono fatte attendere. Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha commentato la situazione dichiarando che il fenomeno della corruzione e della compravendita del voto è una questione che richiede l’attenzione di tutte le forze politiche.
L’assessora Maurodinoia ha rassegnato le dimissioni anche dai suoi incarichi all’interno del Partito Democratico. Le implicazioni politiche di questa vicenda sono rilevanti e hanno suscitato reazioni da parte dei vertici del partito stesso. La segretaria del PD, Elly Schlein, ha sottolineato la gravità della situazione, dichiarando categoricamente che non vi è spazio nel partito per chiunque si macchi di tali crimini.
Nel frattempo, Conte ha scatenato una controversia politica, con la sua decisione di far saltare le primarie di centrosinistra previste per il 7 aprile, destinate a rappresentare un momento cruciale per il processo elettorale nella città di Bari. Le crescenti tensioni e le accuse di corruzione elettorale erano davvero troppo da digerire per un partito votato alla trasparenza. Secondo Conte, non vi sono più le condizioni per svolgere in modo serio le primarie, nonostante rimangano ancora valide le ragioni che lo avevano spinto a sostenere il candidato Michele Laforgia.