Continua il tira e molla sul premierato. Le lacune presenti nel testo, che arriverà domani in Senato, verranno colmate dalla proposta dei costituzionalisti con due emendamenti, accompagnati da due lettere a maggioranza e opposizione. Il gruppo in questione è quello appartenente alle associazioni di “Magna Carta”, “Riformismo e Libertà”, “LibertàEguale” e “Io cambio”.
I due emendamenti sono stati presentati a Palazzo Madama dall’iniziativa di Ivan Scalfarotto, Italia Viva, con Nicola Drago, Enrico Morando, Stefano Ceccanti, Claudia Mancina, Natale D’Amico, Peppino Calderisi e Gaetano Quagliarello.
Premierato: la proposta dei costituzionalisti
Le due proposte sul premierato “rappresentano una base comune per una riforma condivisa“. Il primo fa leva sul voto degli italiani che risiedono all’estero e il bicameralismo paritario. Di fatto, prevede il ballottaggio per l’elezione del presidente del Consiglio con il voto diretto dei cittadini all’estero “in base al rapporto tra il numero di elettori e quello dei seggi della circoscrizione Estero“.
Per Ceccanti l’elezione del premier deve seguire la maggioranza assoluta: “Ove non si raggiunga la maggioranza dei seggi in entrambe le Camere, si faccia un secondo turno tra i due candidati premier che hanno avuto il maggior numero dei seggi“. Secondo quanto afferma l’ex deputato del Partito democratico, il voto degli italiani all’estero deve pesare per i seggi che esprimono, onde evitare il rischio di risultati diversi tra l’elezione di premier, Camera e Senato.
Il secondo emendamento invece, si focalizza sull’ampliamento della fetta di elettori del presidente della Repubblica agli eurodeputati italiani e “un aumento di delegati delle autonomie locali pari a quelli dei delegati regionali“. Su questo punto, D’Amico si esprime: “Il nostro spirito è no partisan. Vogliamo che la riforma si faccia e si faccia bene. L’auspicio è che da Palazzo Madama non si limiti a ratificare quanto deciso in commissione“.