Il governo Meloni vuole potenziare il quadro energetico italiano con un ritorno al nucleare. Un nucleare pulito, costituito da piccoli reattori green, che dovranno fungere da anello di collegamento tra la produzione basata sui carboni fossili e quella ecosostenibile. Tra i due sistemi di produzione, infatti, sembrerebbe esistere un divario quasi incolmabile, se non attraverso l’individuazione di una sorta di “via di mezzo“, che però come sempre non accontenta nessuno.
Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, ha confermato le intenzioni del governo in un’intervista a Radio 24. Alla domanda del giornalista se entro la legislatura potrà essere cambiato il quadro legislativo sul nucleare, il ministro ha affermato: “Sì, ce la sto mettendo tutta. Questo è il mandato del governo e del Parlamento“.
Sembrerebbe quindi che entro la fine di questa legislatura il quadro dell’energia nucleare in Italia dovrà essere ridiscusso per trovare una soluzione che si configuri come adatta alla situazione italiana. Già nelle scorse settimane Pichetto aveva affrontato il tema, soprattutto in occasione dell’incontro dei ministri del G7 su “clima ed energia“, dove è stata avanzata la richiesta di “politiche coerenti a lungo termine per consentire l’estensione della vita operativa dei reattori esistenti e facilitare la costruzione di quelli nuovi“.
Pichetto sulle nuove norme per il nucleare
Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha quindi spiegato che l’obiettivo per l’Italia è quello di cominciare a produrre i “piccoli reattori puliti“, che fungeranno da fonte green di energia. Un compito non semplice ma su cui Pichetto sembra nutrire una certa fiducia. “Io sto agendo con un gruppo di lavoro che deve occuparsi del quadro giuridico. Se tu vuoi comprarti uno small modular reactor, deve esserci un quadro giuridico compatibile” ha spiegato il ministro chiarendo che, prima di poter dare avvio alle nuove produzioni, è necessario modificare il quadro normativo italiano.
Una volta conclusa la questione giuridica, secondo Gilberto Pichetto i tempi per la produzione dei primi reattori si aggirano sui “2-4 anni circa, perché il prodotto non c’è ancora. Vuol dire, quindi, che in questa legislatura dobbiamo mettere tutto a posto“. Una sorta di nuovo sprint che dovrebbe portare l’Italia ad un cambiamento radicale in pochi anni.
Per quanto riguarda la produzione di questi reattori, il ministro ha parlato di un’impresa specifica, la newcleo, “la società più avanzata, perché lavora sul piombo, mentre altre società all’estero lavorano ancora sull’acqua“. Pichetto ha poi spiegato che “la sperimentazione delle scatole degli small modular reactors avverrà a Brasimone, e sulla fusione stiamo preparando a Frascati l’invertore per l’impianto Iter in Francia“. Nella start-up italiana, sono già ala lavoro circa 200 lavoratori.
Pichetto: “Chiudere subito le centrali a carbone di Civitavecchia e Brindisi“
Durante l0incontro del G7 il ministro Pichetto ha sottolineato nuovamente la necessità della chiusura degli impianti a carbone nel Paese. “Sono la fonte fossile che genera più emissioni di gas serra” ha ricordato Gilberto Pichetto, per poi sottolineare convinto: “Necessario chiudere già da domani le centrali di Civitavecchia e Brindisi“. Un obiettivo troppo poco realizzabile per il momento, al contrario di quello del ritorno del nucleare in Italia, almeno secondo quanto riferito dal ministro.
“La nuova energia nucleare è parte di un mix che vuole dare quella continuità che le rinnovabili non sono in grado di fornire” ha sostenuto il ministro per poi affermare critico: “Non si può pensare di riempire il Paese di pannelli fotovoltaici e pale eoliche ovunque“. Per il ministro, infatti, questo tipo di costruzioni danneggiano il paesaggio italiano irrimediabilmente.