Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha deciso di intervenire per cercare di tenere sotto controllo e far rientrare l’emergenza dei suicidi nelle carceri. “Al fine di prevenire e contrastare il drammatico fenomeno” il ministro ha spiegato di aver firmato “un decreto che prevede per il corrente anno l’assegnazione di 5 milioni di euro all’amministrazione penitenziaria per il potenziamento dei servizi trattamentali e psicologici negli istituti, attraverso il coinvolgimento di esperti specializzati e di professionisti esterni all’amministrazione“.
Un enorme passo in avanti che evidenzia il cambio di rotta del ministro Nordio, che fino allo scorso anno era stato accusato di non tenere in considerazione le condizioni di vita di chi sconta la sua pena nelle carceri. La scorsa settimana Nordio, durante il Question Time, aveva annunciato che “i suicidi in carcere sono un fardello di dolore che si è sedimentato nel corso di questi anni, poiché purtroppo non è nuovo e non è facile porvi rimedio“, per poi sottolineare: “Stiamo facendo qualcosa, stiamo portando avanti molteplici attività per garantire un maggiore innalzamento dei livelli dei presidi“.
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La situazione delle carceri negli ultimi anni è divenuta insostenibile, a causa dell’emergenza del sovraffollamento e della mancanza di personale esperto e in grado di portare supporto ai detenuti. Tali deficienze emergono quindi negli inquietanti dati prodotti dalle carceri italiane. Nei primi tre mesi nel 2024 i suicidi di detenuti nelle prigioni italiane sono stati 29, a cui vanno aggiunti anche quelli di tre guardie carcerarie.
Nordio: “Nella prossima legge di bilancio previsto un intervento più strutturato“
Il ministro della Giustizia ha poi confermato che gli interventi a favore delle carceri italiane non si concluderanno con questo primo intervento. Cinque milioni di euro non basteranno infatti a risolvere gli ingenti deficit che presentano le strutture carcerarie italiane, ma sono pur sempre un primo passo in avanti nella giusta direzione.
Nordio ha voluto sottolineare che “lo stanziamento annuale di bilancio destinato alle finalità di prevenzione del fenomeno suicidario e di riduzione del disagio dei ristretti è più che raddoppiato, a conferma dell’impegno da parte del governo nella pronta adozione di misure necessarie per migliorare le condizioni detentive negli istituti penitenziari anche in vista di un intervento più strutturato e duraturo nel tempo da proporre come priorità nella prossima legge di bilancio“.
I 29 decessi nelle carceri italiane nel 2024
I 29 detenuti che si sono tolti la vita in questo primo trimestre del 2024, in aggiunta alle 67 morti suicide registrate nel 2023, non hanno lasciato nessuno indifferente. Solo due giorni fa, lo scorso 2 aprile, un 32enne si è tolto la vita nella struttura detentiva di Uta, a Cagliari, a pochi giorni dall’inizio della sua pena.
“È ormai una strage ingravescente che sembra non avere più alcun controllo né fine“, aveva affermato il garante regionale delle persone private di libertà, Irene Testa, per poi lanciare l’ennesimo appello alle Istituzioni: “Mi unisco al resto della comunità penitenziaria nel senso di sbigottimento e di impotenza davanti all’indifferenza delle Istituzioni, del Governo, del Parlamento, del Ministro della Giustizia. Muoiono le persone in questo modo quando vengono meno le istanze di una civiltà del diritto“.
Questa volta sembrerebbe che gli appelli di chi lotta per i diritti di chi è detenuto siano stati ascoltati. La speranza è che questo cambio di rotta rimanga stabile e non subisca improvvisi passi indietro che potrebbero aggravare ancora di più una situazione già di per sé tragica.
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