La premier davanti al gotha degli economisti: taglio del cuneo “più ampio” e lotta alla “grande evasione”. Pnrr, l’obiettivo salute non raggiunge l’1% di avanzamento
Giorgia Meloni coglie l’occasione dell’ampio focus sui temi dell’Economia in corso al festival di Trento per indicare alla platea di imprenditori, manager, economisti, gli indirizzi del suo governo su sviluppo e fisco, rivendicando quanto fatto finora mentre per quanto riguarda l’immigrazione, dice da Catania in serata, che “siamo nella peggiore congiuntura sull’immigrazione, ma vi prometto che la spunto io alla fine”.
La “prima sfida” del taglio del cuneo
Poche ore prima da Washington erano arrivate anche le correzioni al rialzo del Fmi per il Pil italiano del 2023. “L’impatto del taglio che stiamo realizzando è diverso da quello fatto dai miei predecessori, e non è finito. Il taglio della tassazione sul lavoro deve essere la priorità”, spiega la premier in video-collegamento, intervistata da Maria Latella. Il taglio del cuneo contributivo deciso con la manovra e con il decreto del primo maggio, evidenzia Meloni, “ha un impatto importante con l’inflazione galoppante. È la cosa più importante che si può fare in questa fase. Non è tutto: la prima sfida è rendere questi provvedimenti strutturali, la seconda è allargarli ulteriormente”.
Combattere la “grande evasione”
Conferma quindi la sua posizione contro il salario minimo: “È meglio tagliare il cuneo che fare il salario minimo legale, che è buono sul piano filosofico ma nella sua applicazione rischia di essere un boomerang”. La presidente del Consiglio conferma poi che l’esecutivo da lei presieduto vuol proseguire il contrasto all’evasione fiscale: “Noi non vogliamo gettare la spugna”, in manovra “abbiamo assunto 3900 nuovi funzionari per l’Agenzia delle Entrate così come siamo stati i primi a prevedere una norma contro le aziende ‘apri e chiudi'”. Finora “la lotta all’evasione è stata più simile ad una caccia al gettito”. Invece, mette in evidenza, “penso che si debba andare a combattere l’evasione sulla grande evasione, penso alle frodi sull’Iva, penso allo Stato che patteggia miliardi di euro chiedendo il rientro di milioni, con una disponibilità che non dimostra coi piccoli commercianti”.
Il capitolo delle riforme
Davanti al gotha degli economisti, alla quattro giorni di Trento curata dal gruppo 24 Ore e da Trentino Marketing, la premier conferma le linee guida, ovvero che la riforma istituzionale è l’eredità più importante da lasciare e dice: “Ascoltiamo tutti ma partiamo da due principi per me irrinunciabili: la stabilità di governi e legislature, che è la cosa più potente che economicamente si può costruire; e il rispetto del voto dei cittadini, articolo 1 della costituzione, la sovranità appartiene al popolo. Una riforma di questo tipo non è secondaria: è la cosa più importante che si può lasciare in eredità per il futuro”.
La riforma per l’autonomia differenziata? “Rafforzerà la coesione nazionale, a differenza di quello che si dice”. “Non mi stupisce – prosegue – che chi si straccia le vesti contro l’autonomia differenziata in questi anni non è riuscito a spendere miliardi di fondi europei”.
Sul Pnrr “dibattito isterico”
Tra i temi al centro del dibattito politico al festival di Trento arriva anche il Pnrr, con il ministro Raffaele Fitto che contesta le critiche e descrive uno scenario senza preoccupazioni: “Dibattito un po’ troppo isterico”, polemiche politiche “anche surreali”, dice. Poi rassicura sull’azione del Governo: “Non c’è un ritardo, c’è un lavoro che si sta portando avanti in modo molto complesso”. E lancia un invito in primis a tutte le forze politiche: “Serve serietà e responsabilità”, anche nel confrontarsi, “ed è questa – sottolinea – la cifra che sta caratterizzando l’azione del governo”.
Di Pnrr parla anche il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo: “Sicuramente è la grande opportunità che il nostro Paese non può perdere. La pubblica amministrazione gioca un ruolo fondamentale. Arriviamo da anni molto difficili perché si sono perse, in questi anni, tantissime persone” ma, evidenzia, ora “abbiamo cominciato a investire sul capitale umano. Se dobbiamo rispondere agli enti attuativi del Pnrr dobbiamo dare le competenze per il piano”.
Pnrr: i numeri della Corte dei Conti, missione per missione
E sul Recovery si è pronunciata anche la Corte dei Conti. A fine 2022 i 24,5 miliardi di spesa sostenuta dalle Amministrazioni centrali titolari di misure del Pnrr – dicono i magistrati contabili – “testimoniavano un avanzamento del 12,8%”; considerando anche il progresso dei primi mesi di quest’anno, “il tasso sale al 13,4%”.
Dal Rapporto 2023 sul coordinamento della finanza pubblica della Corte emerge che se le prime 3 missioni (digitalizzazione, transizione energetica e infrastrutture), “evidenziano progressi più ampi, tutti superiori al 16%”, le missioni 4 e 5 (legate all’istruzione e all’inclusione) presentano tassi di avanzamento vicini al 5%, mentre la 6 in tema di salute non raggiunge la soglia dell’1%. I
bilanci delle Regioni per la Sanità sono “in netto peggioramento”, con un rosso in crescita che nel 2022 è arrivato a 1,4 miliardi.