Dopo circa sette anni, quaranta processi e tre milioni di euro spesi, il caso Iuventa ha trovato la sua conclusione. “Il fatto non sussiste” ha confermato il gup Samuele Corso, dopo che lo stesso non luogo a procedere era stato richiesto dalla Procura di Trapani. I dieci imputati, parte dell’equipaggio della ong Jugend Rettet, di Save The Children e di Medici Senza Frontiere, accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sono stati assolti da tutte le accuse.
Fuori dal tribunale ci sono cori e applausi per una sentenza che la stessa politica italiana ha ritenuto “storica“. A pagare il prezzo più pesante di questo processo è stata la nave, chiamata Iuventa, che era stata sequestrata per “assistenza all’immigrazione illegale” e collusione con i trafficanti durante tre diverse operazioni di salvataggio avvenute tra il 2016 e il 2017. L’imbarcazione è quindi rimasta ferma per ben sette anni, subendo danni enormi e divenendo ora inutilizzabile.
“Una sentenza storica” ha commentato la segretaria del Pd Elly Schlein, sottolineando come “questo dimostri che dimostra che soccorrere è un obbligo e che, come abbiamo sempre detto la solidarietà, non è reato“. La dem ha poi voluto aggiungere: “Le organizzazioni umanitarie impegnate nelle operazioni di soccorso in mare devono essere ringraziate e non criminalizzate, perché sopperiscono alla mancanza di una missione europea di ricerca e soccorso in mare per cui il Partito democratico continuerà a battersi: in sostanza fanno quello che dovrebbero fare gli Stati e l’Unione europea. Speriamo nessuno si azzardi mai più a chiamarle taxi del mare“.
Iuventa, i commenti delle ong
“Questa decisione, che arriva a conclusione di una vicenda giudiziaria durata quasi sette anni, riconosce la verità sul nostro operato e sull’impegno umanitario per salvare vite in mare“, ha dichiarato Daniela Fatarella, direttrice Generale di Save the Children, sottolineando come l’associazione sia “sempre stata fiduciosa nella conclusione positiva di questa vicenda“. Mai nessun dubbio ha sfiorato i vertiti di Save The Children, da sempre consapevoli “che i membri dell’organizzazione hanno sempre operato nella legalità, al fine di salvare vite in mare“.
Anche Medici Senza Frontiere ha deciso di commentare la sentenza del tribunale di Trapani, mantenendo toni duri e critici. “Dopo sette anni di false accuse, slogan infamanti e una plateale campagna di criminalizzazione delle organizzazioni impegnate nel soccorso in mare, cade la maxi-inchiesta avviata dalla procura di Trapani nell’autunno del 2016 – si legge nel comunicato rilasciato dall’organizzazione – La prima della triste epoca di propaganda che ha trasformato i soccorritori in ‘taxi del mare’ e ‘amici dei trafficanti“.
Il Presidente internazionale di Medici Senza Frontiere, Christos Christou, ha poi voluto aggiungere: “Crolla il castello di accuse infondate che per oltre sette anni hanno deliberatamente infangato il lavoro e la credibilità delle navi umanitarie per allontanarle dal Mediterraneo e fermare la loro azione di soccorso e denuncia“. Ora l’equipaggio si dice pronto a tornare, perché nei sette anni di fermo della Iuventa sono morte nel Mediterraneo persone la cui vita poteva essere salvata.
Iuventa, le reazioni del centrosinistra
Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, ha commentato la chiusura del caso Iuventa, sottolineando che “salvare vite umane in mare non è reato, è un obbligo giuridico, oltre che un dovere etico“. La dem ha poi voluto aggiungere: “Il proscioglimento dei 10 imputati degli equipaggi delle organizzazioni umanitarie Jugen Rettet, Msf e Save the children accusati di favoreggiamento è una vittoria per tutte le persone che non rinunciano all’umanità e alla solidarietà e mette a tacere tutti coloro che per troppo tempo hanno cercato di infangare il prezioso lavoro delle Ong nel Mediterraneo, fabbricando contro di loro una violenta campagna di odio“.
Molto più critico il commento di Marco Furfaro, componente della segreteria nazionale del Pd, che ha sottolineato: “3 milioni di euro. Tanto ci è costata l’inchiesta sulle ONG in un Paese che non ha un euro da spendere in sanità pubblica. Il tutto condito dalle farneticazioni di Salvini e da chi li chiamava ‘taxi del mare’ per accaparrarsi qualche voto in più sulla pelle della povera gente. Dopo sette anni, cadono tutte le accuse. È ufficiale: non esistono i taxi del mare, né ong amiche dei trafficanti, ma solo persone che salvano vite“.
L’europarlamentare del Pd, Pietro Bartolo, ha invece voluto sollevare un quesito: “Mi chiedo quante vite quella nave rimasta bloccata per 7 anni al porto di Trapani avrebbe potuto salvare“. Bartolo ha poi aggiunto: “. C’è solo da sperare che nonostante tutto questo pronunciamento possa definitivamente mettere fine alla criminalizzazione delle ong e delle operazioni di soccorso e salvataggio in mare che sono un dovere di umanità prima ancora che un dovere sancito dal diritto internazionale e dalla legge del mare. Tutta l’impalcatura dell’accusa si basava su testimoni chiave, ex agenti infiltrati, ritenuti dalla Procura inattendibili. Questo apre interrogativi inquietanti sulla manipolazione a fini politici della realtà“.