Il governo ottiene la fiducia della Camera dopo che Dem e Movimento presentano 150 ordini del giorno: sul tavolo il controllo dei magistrati contabili
Il governo incassa la fiducia della Camera sul decreto sulla Pubblica amministrazione ma non mancano le polemiche dell’opposizione. Sul tavolo il dibattito di questi giorni sulla Corte dei Conti rispetto ai progetti del Pnrr. Alla fine arriva il voto con 203 favorevoli, 134 contrari e 3 astenuti.
Opposizioni all’attacco
L’ostruzionismo si manifesta con Pd, M5s e Avs che presentano e illustrano quasi 150 ordini del giorno, in una seduta fiume, che fa slittare di ora in ora il voto finale sul provvedimento. Il governo, però, difende la scelta e ribadisce di aver agito in linea con i governi precedenti. Una fake news per il centrosinistra che rispolvera, a riprova, il disegno di legge della scorsa legislatura a firma, tra gli altri, di Giovan Battista Fazzolari, Lucio Malan e Massimiliano Romeo presentato al Senato e che prevedeva, all’articolo 3 che “su ogni piano, programma o progetto, comunque denominato, previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza la Corte dei conti assicura l’immediato svolgimento del controllo concomitante”.
“Siamo sicuri – dice il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani – che i controlli di legalità ci saranno, come è giusto che sia. Però il controllo di legalità non può bloccare le opere perché se non realizziamo le opere veniamo meno all’obiettivo principale che ha il governo”. La stessa linea espressa dalla premier Giorgia Meloni e ribadita dal ministro degli Affari europei, le Politiche di coesione, il Sud e il Pnrr Raffaele Fitto che ha incontrato in mattinata alcuni governatori a Palazzo Chigi nell’ambito del lavoro di ricognizione per coordinare a livello istituzionale la programmazione e l’impiego dei fondi nazionali ed europei e ottimizzarne l’utilizzo sui territori.
“Nessuna deriva autoritaria del governo – ha evidenziato Fitto – riguardo la Corte dei conti: non vi è, infatti, nessuna limitazione dei controlli della magistratura contabile. Ha perfettamente ragione Giorgia Meloni nel sostenere che il nostro governo, su questo aspetto, si muove in linea con il governo Draghi”. A difesa del provvedimento si schiera anche il leader della Lega Matteo Salvini: “Abbiamo fatto esattamente quello che hanno fatto Conte e Draghi – dice il ministro – sul controllo della Corte dei Conti sul Pnrr. O erano distratti quando la stessa cosa veniva fatta da Conte e Draghi che erano al governo, oppure hanno cambiato idea”.