“Si sta avvicinando un’importante riforma della giustizia“, ha confermato il ministro della Giustizia Carlo Nordio, in visita ieri al laboratorio Zegna nella casa circondariale di Biella. Ad annuncialo era stata anche la premier Giorgia Meloni. La data del 29 maggio sembra essere quella decisiva. Nordio ha dichiarato: “Proseguiamo, è solo questione di giorni“.
Durante un convegno elettorale organizzato da Fratelli d’Italia, al quale hanno partecipato anche il sottosegretario Andrea Delmastro e l’assessora regionale Elena Chiorino, Nordio ha illustrato le principali linee guida delle riforme in corso.
Abuso d’ufficio
Uno dei punti chiave è l’abuso d’ufficio. Nordio ha chiarito che l’obiettivo non è proteggere amministratori corrotti, ma piuttosto quelli che temono di prendere decisioni per paura di conseguenze legali, generando una paralisi amministrativa. Ha sottolineato che ogni anno vengono avviate tra le 5.000 e le 6.000 indagini su amministratori pubblici, che si concludono con solo 5 o 6 condanne, causando spesso la distruzione di carriere politiche e un elevato costo processuale.
Intercettazioni
Per quanto riguarda le intercettazioni, il ministro ha ribadito la loro importanza per combattere reati gravi come il terrorismo e la mafia. Tuttavia, ha evidenziato la necessità di eliminare gli abusi e proteggere la reputazione delle persone non coinvolte nelle indagini, i cui nomi finiscono sui giornali senza motivo. Nordio ha anche sollevato la questione dei costi, affermando che nel 2023 sono stati spesi 270 milioni di euro per le intercettazioni, una somma che potrebbe essere meglio impiegata per combattere le grandi organizzazioni criminali.
Separazione delle carriere
La riforma più imminente, che dovrebbe essere presentata al Consiglio dei Ministri il 29 maggio, è definita da Nordio come una “rivoluzione”. Ha spiegato che una delle principali obiezioni dei magistrati riguarda la separazione delle carriere tra pubblico ministero e giudice, temendo che il primo possa finire sotto l’influenza del potere esecutivo. Nordio ha assicurato che il pubblico ministero rimarrà libero, autonomo e indipendente, come avviene nei paesi con sistemi di giustizia accusatoria.
Infine, Nordio ha toccato il tema del sorteggio dei membri del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM). Ha precisato che il sorteggio coinvolgerà magistrati con almeno 15-20 anni di esperienza, già valutati più volte dallo stesso CSM, per garantire competenza e preparazione. Nordio ha concluso sottolineando che il sistema attuale del CSM, eletto dai magistrati stessi attraverso correnti interne, potrebbe beneficiare di questa riforma, paragonandola al sistema di sorteggio della Corte d’Assise.