Giorgia Meloni a Trento: tra applausi e attacchi alla sinistra

La premier si presenta con fermezza al Festival dell'Economia, rispondendo alle critiche e difendendo le sue riforme in un acceso confronto a distanza con la segretaria del Pd. Sul premierato, "o la va o la spacca", "dalla sinistra solo disastri"

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Giorgia Meloni arriva in auto al Teatro Sociale di Trento, senza fermarsi per selfie o per un bagno di folla. Avanza velocemente sui suoi tacchi alti, ignorando forse i quattro o cinque contestatori che la accolgono urlando: “Viva l’Italia progressista” e “Tornatene a casa”. Nemmeno i manifestanti pro-Palestina, che in una piazza vicina gridano “Governo Meloni, governo dei padroni“, riescono a distrarla. Sul palco, però, l’atmosfera cambia completamente. Platea e palchi sono gremiti, e almeno un centinaio di persone rimane fuori. Dal loggione, una scolaresca intona “Giorgia, Giorgia”.

La presidente del Consiglio, con outfit glitterato coordinato, si siede accanto all’intervistatrice Maria Latella, cercando di proiettare calma e fermezza. In prima fila, tra il pubblico, ci sono la ministra Elisabetta Casellati, il Guardasigilli Carlo Nordio e l’ex presidente di Confindustria Antonio D’Amato. Meloni è consapevole di essere al primo round del duello con la segretaria del Pd Elly Schlein, originariamente previsto per la sera precedente nel programma di Bruno Vespa ma rinviato a causa di interventi di Giuseppe Conte e Antonio Tajani tramite l’Agcom. Questo confronto si svolge quindi in diretta e in differita durante un pomeriggio del Festival dell’Economia di Trento.

Meloni, il redditometro e l’Europa

Meloni affronta subito il tema del redditometro, criticando Renzi per averlo introdotto e Conte per averlo abolito senza sostituirlo con un decreto attuativo che avrebbe reso meno discrezionali gli accertamenti. Sull’Europa, apre la porta a Marine Le Pen, con cui dice di avere alcuni punti in comune, pur escludendo una fusione tra il gruppo dei Conservatori e quello di Identità e Democrazia. La premier poi si dedica a raccontarsi: “È chiaro che se vieni presentato come Attila l’Unno e invece sei Giorgia Meloni, puoi rassicurare semplicemente essendo te stessa”, afferma, ricevendo applausi.

Premierato, “Voglio lasciare qualcosa, o la va o la spacca”

Il momento più emozionante arriva quando parla del premierato in termini personali: “È una riforma necessaria, e ne vale la pena: non sono il tipo di persona che riesce a ripagare con la vanità le sue rinunce. La mia vita è questa, mi alzo la mattina, cerco di dormire, rimane un’ora per mia figlia. Davvero qualcuno pensa che il mio obiettivo è continuare a fare questa vita? Quindi, voglio lasciare qualcosa, o la va o la spacca”. Alcuni a Roma interpretano questa frase come un’ammissione delle difficoltà che sta affrontando, una crepa nelle sue certezze.

Nel suo discorso, Meloni sottolinea spesso parole come responsabilità, serietà, coraggio e strategia, e ribadisce che il governo tiene sotto controllo i conti senza comprimere l’economia. Difende decisioni impopolari come l’abolizione del reddito di cittadinanza e l’intervento sul Superbonus, spiegando che una stretta era necessaria.

Riguardo alla segretaria del Pd, Meloni non manca di rispondere: “Schlein parla di lavoro povero? La ringrazio per ricordare i disastri della sinistra al governo. In un anno e mezzo abbiamo fatto ricrescere i salari”. Sul tema della Rai, afferma: “Il problema non è Tele Meloni, ma che non c’è più Tele Pd”. E conclude con un attacco diretto: “Il problema della sinistra in Italia è che ritiene di avere più diritti degli altri. Quel mondo è finito. Finito“.

La vera chicca, però, arriva quando Meloni riprende una frase di Schlein: “Non ci hanno visti arrivare”. Racconta di un episodio dell’estate scorsa: “Ho deciso di andare due giorni in Albania. È successo di tutto, paparazzi che attraversavano il mare a nuoto, giornalisti che seguivano le mie vacanze. Erano così attenti a questo, alla foto in costume – tragica – che mentre succedeva tutto questo mi sono chiusa con Rama, una persona coraggiosa, a discutere l’accordo che poi abbiamo presentato. Erano tutti attenti ad altro, non ci hanno visto arrivare.”

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