Giorgetti: “Il Mes è uno strumento come gli altri, una delle possibili soluzioni al debito”

Salvini prende le difese di Giorgetti che intanto cerca di spiegare i motivi della mancata ratifica del Mes; l'opposizione chiede a gran voce l'audizione alla Camera del ministro dell'Economia

Carmine Ruggiero
7 Min di lettura

Giorgetti non è indebolito“, è corso così ai ripari Matteo Salvini per cercare di ricostruire un sentore di compattezza all’interno della maggioranza e soprattutto del suo partito. Le dichiarazioni del ministro Giorgetti riguardo al Mes -“come ministro dell’Economia lo avrei approvato, ma non era aria…“- hanno creato infatti un certo subbuglio e sembrano aver portato alla luce alcune crepe presenti nella maggioranza, che si è trovata schierata su fronti contrari al momento della votazione del meccanismo di stabilità.

Eppure il ministro del Mef non sembra affatto sorpreso da questo risvolto, né sembra troppo preoccupato delle conseguenze che la mancata ratifica del Mes potrebbe portare con sé. “Non sono sorpreso, le opposizioni da mesi preparavano l’apocalisse sul Mes. E puntualmente lo scossone è arrivato al momento del voto“, ha spiegato così il ministro Giorgetti in un’intervista a IlGiornale, in cui snocciola la questione della ratifica e si lascia andare anche su qualche altro argomento.

La linea di Giorgetti è chiara: nessuno scontro con Salvini o con la Lega, la decisione contraria del partito era chiara sin dall’inizio ma il problema permane alla radice perché, dopo aver preso un impegno di ratifica, l’Italia si è poi tirata indietro. Insomma, il ministro chiarisce alcuni punti, alcuni con più convinzione di altri, eppure l’opposizione non sembra comunque soddisfatta. Ferdinando Casini, facendo riferimento al ministro dell’Economia, ha dichiarato: “Negli anni ’80 c’era un leader importante della Dc che, a proposito di un esponente di governo dell’epoca, mi diceva ‘è un uomo intelligente, ma non è un ministro di polso, al massimo di polsino…‘”.

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Ferdinando Casini

Giorgetti: “Il Mes è uno strumento come altri, solo una delle possibili soluzioni al debito”

Durante l’intervista a IlGiornale il ministro dell’Economia e delle Finanze è stato messo alle strette: perché non imporsi sulla ratifica del Mes? Giorgetti, però, non si scompone e spiega come in realtà la questione sia cresciuta a dismisura senza alcun motivo valido. “Nessuna sorpresa, la Lega ha sempre detto che era contraria. Dunque è questione di coerenza. Ciò che appare improprio per un membro dell’Unione è che dopo aver preso un impegno di ratifica, al momento di firmare si tira indietro. Ma ribadisco, a quel punto la questione non è più economica ma politica”.

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Giancarlo Giorgetti

Quindi, la questione si è ingigantita più del dovuto, ma rimane ancora il dubbio sul motivo per cui il ministro ha ritenuto necessario commentare la mancata ratifica. Un dubbio che non riesce a sciogliere neanche lo stesso Giorgetti, che però cerca di spiegare la situazione per quella che è, analizzando con precisione il ruolo del Mes in Europa e in Italia: “Come ministero dell’Economia abbiamo sempre sostenuto che una cintura in più attorno al sistema bancario è la benvenuta. Ma il Mes è uno strumento come altri, per esempio come i fondi di risoluzione nazionale e quelli europei, quindi niente più che una delle possibili soluzioni al problema vero, che è il debito“.

Nulla di grave, quindi, anche per quanto riguarda la tanto temuta stabilità europea: “Non credo che l’Europa senza il Mes in versione salva-banche corra seriamente rischi di stabilità“, per poi concludere “capisco l’irritazione dei partner per la bocciatura, anche se sapevano da tempo che questa possibilità era tutt’altro che remota. Almeno questo governo, rispetto a quello Draghi, è riuscito a portare la ratifica al voto“.

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Matteo Salvini

Sulla questione è intervenuto però anche Salvini, dando ragione alle dichiarazioni di Giorgetti e in qualche modo anche spiegandole: “Come merce di scambio su altro, probabilmente sarebbe stata utile un’approvazione del Mes, è vero, ma la nostra è stata una scelta coerente. La Lega ha sempre avuto la stessa idea da dieci anni a questa parte, abbiamo sempre votato nella stessa maniera e il governo ha avuto una maggioranza compatta“. Una compattezza che però ora si va sgretolando, proprio come dimostra il subitaneo allineamento di FdI e la decisione di FI di astenersi.

Giorgetti e lo scetticismo sul Patto di Stabilità

Conclusa, più o meno, la questione della ratifica del Mes, Giorgetti ha deciso di approfondire alcune delle sue affermazioni riguardanti il Patto di Stabilità.

Un’Europa che ha l’ambizione di sedere al vertice del sistema geopolitico, di disporre di un proprio esercito, di puntare seriamente alla transizione energetica, non può ignorare che tutto questo implica grandi investimenti pubblici -ha spiegato il ministro del Mef- sarebbe come dire che vogliamo andare sulla Luna con il deltaplano“. La soluzione per il ministro sta nel riconoscere le capacità, economiche e non, dei Paesi membri e a partire da ciò costruire e perseguire le proprie ambizioni.

Il testo del Patto è complesso e proprio per questo serviranno molte simulazioni per capire come funziona veramente. In molti pensano di averlo già capito, ma questi vivono ancora nell’allucinazione pandemica, quando non c’erano regole sul debito e i tassi erano a zero o addirittura negativi. Oggi la realtà è un’altra, i tassi sono volati e fare debito a ripetizione non è più possibile“, ha spiegato il ministro dell’Economia giustificando anche l’operato Draghi che ha dovuto gestire una situazione complessa e lo ha fatto producendo “debito buono“.

Per quanto riguarda la Legge di Bilancio, arrivata ieri alla Camera, la discussione sarà complessa a causa degli oltre mille emendamenti presentati dai democratici. A peggiorare la situazione, ora, anche le posizioni di Giorgetti, non ritenute più valide dall’opposizione che chiede a gran voce chiarimenti. “Non mi dimetto, l’opposizione ha il diritto di dare suggerimenti, però poi decido io“, ha ribadito ancora il ministro, che non sembra minimamente infastidito dagli attacchi, né dalle richieste di spiegazioni in un’audizione pubblica.

Giorgetti non si sottrae, ma fonti interne al governo chiariscono: “Il 27 dicembre non si parlerà di Mes. Prima si chiude la Legge di bilancio, poi un’occasione per discutere di altro ci sarà sicuramente“. Insomma la questione Mes dovrà attendere l’anno nuovo, in fin dei conti alle europee mancano ancora sei mesi.

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