Fra le misure, la protezione temporanea e il riconoscimento dei professionisti sanitari. Slitta a domani il dl migranti
Il Senato approva in via definitiva il decreto che proroga per il 2023 le misure per l’accoglienza in Italia dei rifugiati giunti dall’Ucraina dopo l’invasione della Russia. L’unanimità registrata alla Camera si è ripetuta a Palazzo Madama con 143 voti.
Nella relazione tecnica si legge che la proroga “si rende necessaria in ragione del perdurare del conflitto russo-ucraino e della conseguente necessità di continuare a garantire la prosecuzione delle attività di soccorso e assistenza alla popolazione, nell’ambito del Meccanismo unionale di protezione civile (il canale operativo tramite cui vengono canalizzate tutte le offerte di assistenza materiale al Paese, anche discendenti da iniziative europee e internazionali, ivi incluse numerose donazioni private) sul territorio ucraino”.
Cosa prevede il dl Ucraina
Il decreto prevede varie misure tra cui la protezione temporanea, che in deroga alle normali procedure d’asilo dà la possibilità ai cittadini provenienti dall’Ucraina di godere dei diritti civili dei cittadini italiani. La norma 2-bis, inoltre, coglie due aspetti fondamentali: conferisce dignità ai professionisti ucraini, consentendo loro di lavorare in ambito sanitario, rimpinguando le file di personale in Italia, spesso carenti.
Della Porta (FdI): “Governo e parlamento uniti”
Da destra a sinistra l’emiciclo si mostra compatto nel sostegno al popolo ucraino. “Con l’approvazione del decreto recante disposizioni urgenti di protezione temporanea per le persone provenienti dall’Ucraina, governo e parlamento sono uniti nella difesa di un popolo soggiogato da una guerra ingiusta”. Così il senatore di Fratelli d’Italia Costanzo Della Porta. Questa norma, aggiunge il senatore, “dimostra come il governo voglia non solo accogliere, ma anche integrare i cittadini ucraini”. “Abbraccio idealmente il popolo ucraino. Il governo sostiene la pace, aspettiamo gli ucraini in Italia come turisti, per abbracciarli finalmente da uomini liberi”, conclude.
Il sì sghembo del Pd: “Governo sordo a nostre richieste”
Il Pd, per voce della senatrice Tatjana Rojc, che è intervenuta nell’aula di Palazzo Madama in sede di dichiarazione di voto, alza un sì convinto, pur precisando che “rimangono evidenti lacune e contraddizioni perché la maggioranza è rimasta, come sempre, del tutto sorda alle nostre osservazioni e richieste di buon senso”. “Il Governo ha pensato di coprire la spesa complessiva di questo decreto – aggiunge la senatrice dem – togliendo circa 300 milioni di euro ad altri ministeri, in particolare penalizzando il capitolo relativo alla cooperazione e allo sviluppo”. “Un capolavoro di ipocrisia”, tuona infine.
L’infuocato dl migranti
La discussione sul dl migranti, intanto, slitta a domani e si preannuncia un clima teso. Il decreto giunge in aula senza l’egida della commissione Affari costituzionali che, alle prese con l’ostruzionismo operato dalle opposizioni, non ha potuto concludere l’esame e il voto di tutti gli emendamenti presentati. A Palazzo Madama, dunque, si ricomincerà di nuovo, con un voto emendamento per emendamento.