La guerra dei Roses è meno sanguinaria rispetto al matrimonio fallito del Terzo Polo. Il leader di Azione, Carlo Calenda e quello di Italia Viva, Matteo Renzi, non potrebbero essere più distanti. E la punta dell’iceberg, nel mare magnum di problemi che affliggevano il Terzo Polo, sono state le elezioni europee del prossimo giugno. Da mesi i due stanno ai ferri corti ma solo Renzi riuscirà a superare il 4% con l’alleanza a +Europa nella lista Stati Uniti d’Europa.
Emma Bonino ha puntualizzato la scelta di Calenda: “Io non ho messo alcun veto. Calenda ha messo i suoi veti e non ne fa parte. Non posso che prenderne atto. Chi vota per la lista Stati Uniti d’Europa vota per chi proporrà che Mario Draghi abbia una posizione importante. Io penso che Draghi debba fare il presidente del Consiglio europeo piuttosto che il presidente della Commissione, ma c’è anche Paolo Gentiloni“.
Calenda, le critiche alla lista della Bonino e Renzi
“Avete visto il programma degli Stati Uniti d’Europa? Io no, non c’è. Il nostro è un progetto politico, non è una lista di scopo. Questa è la differenza sostanziale con la lista degli Stati Uniti d’Europa. Quel tipo di lista ha l’obiettivo di arrivare e poi si disperderà e secondo me non convince e non è convincente” afferma indispettito Calenda. Per il volto di Azione, essere europeisti è diverso dal dire di essere europeisti: “Dubito che un vero europeista sia pronto a trattare con chi è stato condannato per mafia o a prendere soldi da una dittatore o a mettere in lista persone che si sono dichiarate sempre contro l’invio di armi per l’Ucraina” aggiunge.
“Noi siamo l’opposto. Noi avremo l’ossessione di avere candidati di qualità” sentenzia. La solitudine politica di Calenda ha amplificato l’odio nei confronti di Renzi. Il suo astio lo porterà anche nelle amministrative di Firenze: Azione, infatti, appoggerà il candidato scelto dalla segreteria del Partito Democratico – e dall’attuale sindaco Dario Nardella – l’assessore al welfare, Sara Funaro.