Il dibattito accesissimo sulla riforma dell’Autonomia differenziata continua ad infuocare le opposizioni che non si arrendono alle direttive del governo. La maggioranza punta ancora sullo sprint finale che permetterà all’iter della riforma di essere concluso prima delle prossime elezioni europee dell’8 e 9 giugno. Un piano che però preoccupa, non solo il centrosinistra ma anche parte del centrodestra, a causa del timore che la troppa fretta possa in qualche modo inficiare l’Autonomia stessa.
Il termine per la presentazione degli emendamenti, previsto per ieri alle 12, è stato slittato alle 17 per permettere a tutti di presentare in tempo i documenti. Un primo ritardo, seppur minimo, che fa riflettere sull’effettiva fretta che potrebbe mostrarsi deleteria e soprattutto dequalificante. I ritardi sull’iter di approvazione, infatti, potrebbero trasformarsi in un pericolo per la maggioranza che sin dal primo giorno ha dichiarato raggiungibili gli obiettivi prefissati.
Ad aggravare l’ipotesi di uno slittamento è stata la presentazione dei circa 2.453 emendamenti da parte delle opposizioni. Il capogruppo Paolo Barelli e il presidente della commissione Affari costituzionali Nazario Pagano, entrambi di Forza Italia, hanno chiesto al ministro Roberto Calderoli di avere più tempo per l’analisi degli emendamenti. Una sorta di assist al centrosinistra che ormai da settimane chiedeva a gran voce che la riforma dell’Autonomia fosse analizzata con tempi più ampi.
Autonomia, Tajani: “Il voto sarà più in là“
Il vicepremier Antonio Tajani, a margine della conferenza stampa per l’accordo con Svp, ha affrontato il tema dell’Autonomia differenziata, sostenendo che in “Forza Italia non ci sono malumori” sulla questione delle tempistiche della riforma. Il leader forzista ha però anche sottolineato: “È importante che ci sia spazio per un dibattito approfondito“, proprio perché “L’autonomia non deve essere una riforma a vantaggio e a svantaggio dell’altro, pensiamo che debba favorire tutti da Bolzano a Pantelleria“. Per questo, secondo Antonio Tajani, il voto sulla riforma dell’Autonomia differenziata si svolgerà “più in là” ed ha assicurato che “vigileremo in modo che ci sia grande equilibrio“.
In senso contrario, invece, si muove il pensiero del Movimento 5 Stelle che ha depositato quasi 600 emendamenti in commissione alla Camera al ddl sull’autonomia differenziata, spiegando che tale riforma “è un provvedimento che spacca il Paese, daremo battaglia affinché non sia minata la coesione sociale dell’Italia“. Ora, gli emendamenti sono quadruplicati e la commissione si trova in palese difficoltà.
Luca Zaia è intervenuto sulla questione, rispondendo anche se non apertamente ad Antonio Tajani: “Rispetto i tempi del Parlamento, ma dà fastidio sentir dire che bisogna vigilare. Qui non c’è nessuno che scappa con la refurtiva, è un processo serio e di responsabilità per l’Italia“. Anche Riccardo Molinari, capogruppo leghista alla Camera, ha lanciato un monito ai forzisti: “I patti vanno rispettati“. Probabilmente però i 2.453 emendamenti renderanno le scadenze molto più complesse da rispettare.
I timori della Lega
La Lega per ora si è mostrata contraria ad ogni slittamento, se non per quello di cinque ore varato ieri proprio da Pagano. Eppure, il partito di Salvini inizia a vacillare sotto il peso dell’incertezza. Il 29 aprile l’iter della riforma dovrà essere concluso, per rispettare le tempistiche della campagna elettorale delle Europee, ma la difficoltà di vendere ai cittadini solo la discussione generale su una riforma non sembra più un’idea da perseguire. Inoltre, voci di corridoio puntano sulla perdita di consensi di Matteo Salvini a seguito delle elezioni Europee che potrebbe quindi rendere più semplice boicottare la riforma.
Salvini starebbe valutando l’ipotesi di candidare il generale Roberto Vannacci in ogni circoscrizione come capolista, anche se all’interno del partito non tutti sono convinti della decisione. “La Lega deve candidare leghisti, già uno che deve meditare se candidarsi o non non lo sceglierei mai” ha detto il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio, aggiungendo: “Se Vannacci sarà candidato nella mia circoscrizione non lo voterò, sceglierò uno della Lega che si è fatto il mazzo sul territorio“.
Autonomia, Antoniozzi: “Sull’Autonomia pagheremo il prezzo della campagna elettorale“
Il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi, ha accusato il centrosinistra di star cavalcando l’onda della campagna elettorale “che privilegia lo scontro rispetto al dialogo“, rendendo quindi più complesso l’iter di approvazione della riforma dell’Autonomia differenziata.
“La sinistra dimentica di avere inserito in Costituzione l’autonomia nel 2001 e oggi la rinnega completamente” ha affermato duramente Antoniozzi per poi confermare: “I Lep saranno garantiti, ma molti Presidenti delle Regioni meridionali hanno sottolineato gli errori commessi nei decenni“. Il vicecapogruppo ha poi voluto sottolineare che per quanto riguarda i dubbi e le perplessità riguardanti la riforma “Giorgia Meloni sia la migliore garanzia“, per poi chiosare: “ Il tema più importante è quello di cambiare la narrazione del Meridione e noi di Fratelli d’Italia siamo fortemente impegnati anche su questo. Non è il vittimismo che può garantirci un passo in avanti, ma una discussione franca e sincera, probabilmente però impossibile in un contesto di campagna elettorale“