A seguito dell’attentato terroristico al Crocus City Hall, attribuito ad islamisti radicali, le tensioni geopolitiche nell’Europa orientale sono aumentate, portando ad un escalation del conflitto tra la Russia e l’Ucraina, coinvolgendo indirettamente la NATO e i paesi confinanti. La reazione da parte della Russia è stata particolarmente forte, accusando i servizi segreti ucraini di essere coinvolti nell’attentato, ed aumentando gli attacchi sull’Ucraina, con l’uso di missili ipersonici e droni nelle regioni di Mykolaiv, Odessa e persino contro la capitale Kiev.
NATO vs Russia: arriva la Response Force
La tensione è aumentata ulteriormente con l’incidente del missile da crociera russo che ha violato lo spazio aereo della Polonia, sollevando preoccupazioni riguardo la sicurezza dei paesi confinanti con la Russia e portando ad un’accelerazione dei piani di difesa della NATO nella regione.
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Di conseguenza, la NATO ha risposto rafforzando la sua presenza militare nell’Europa orientale, in particolare in Polonia, dove sta potenziando la presenza della Response Force (NRF), un’unità multinazionale altamente addestrata e pronta a rispondere a situazioni di emergenza in Europa orientale, composta da contingenti terrestri, aerei, navi e forze speciali. Secondo le ultime informazioni, circa 100.000 uomini sarebbero già pronti nell’ambito della NRF e nelle Forze per operazioni speciali (SOF). Truppe che sono diventate parte integrante della strategia difensiva condivisa anche da Finlandia e Svezia.
A un passo dalla Guerra Mondiale
Il Commander-in-Chief alleato avrà a disposizione un notevole numero di uomini entro tempi specifici: 100.000 entro 10 giorni, 200.000 tra 10 e 30 giorni e almeno 500.000 entro 180 giorni. Attualmente, l’Alleanza Atlantica dispone di otto gruppi tattici multinazionali posizionati strategicamente in vari paesi dell’est Europa come Estonia, Lettonia, Polonia e Ungheria, oltre a gruppi di difesa missilistica in alcuni di questi paesi.
La tensione si è ulteriormente acuita con la considerazione da parte del viceministro degli Esteri polacco, Andrzej Szejna, di abbattere i missili che minacciano il territorio della NATO. Un’opzione che è al centro delle discussioni all’interno dell’Alleanza, con la necessità di ottenere il consenso della parte ucraina e considerare le conseguenze internazionali di tali azioni.
Mentre le tensioni tra Russia e Occidente aumentano, resta sullo sfondo l’ipotesi di un intervento militare della NATO in territorio ucraino, ipotizzato dalla Francia ma rifiutato dagli altri alleati per il momento. Tuttavia, il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha avvertito che i leader dell’UE devono prepararsi all’eventualità di un giorno in cui potrebbe essere necessario un intervento militare esterno. “Sono perfettamente consapevole che gli europei non sono abituati all’idea della guerra“, afferma Kuleba. “Ma questa è una disattenzione che non possono permettersi“.
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