Dopo i primi risultati delle presidenziali in Romania, che hanno visto il trionfo dell’estrema destra con la vittoria al primo turno di George Simion, il primo ministro Marcel Ciolacu ha scelto di rassegnare le dimissioni. Con la pesante sconfitta del candidato della coalizione composta da Partito nazionale liberale (Pnl), Psd (socialdemocratici) e Udmr (partito della minoranza ungherese) Crin Antonescu, che non è riuscito a raggiungere il ballottaggio, il governo, nelle parole del leader democratico, “non ha più legittimità“.
L’annuncio delle dimissioni è stato diffuso in serata, e verrà formalizzato nelle prossime ore. E’ possibile che con Ciolacu lasceranno i propri incarichi anche gli altri ministri del Psd, dopo l’accusa dei liberali di non aver sostenuto adeguatamente Antonescu nel raggiungimento dell’obiettivo. Per quanto riguarda il secondo turno elettorale, Ciolacu ha dichiarato che non sosterrà pubblicamente nessuno dei due candidati, lasciando ai militanti del suo Partito socialdemocratico libertà di coscienza.
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Romania, la vittoria dell’estrema destra di Simion
La Romania è tornata al voto per le elezioni presidenziali, dopo l’annullamento dei risultati del primo turno dello scorso novembre. Allora era stato l’estremista di destra e filo-russo Calin Georgescu a sorpresa a ricevere il miglior risultato, ma la Corte Costituzionale, a soli due giorni dal ballottaggio di dicembre, invalidò le votazioni.
I primi exit poll a seguito della chiusura delle urne avevano già preannunciato come il candidato di estrema destra, George Simion, fosse in testa con un ampio margine di vantaggio. Il leader del partito nazionalista Aur era dato tra il 30% e il 33% dei consensi, con un netto stacco rispetto ai due candidati filo europei che hanno tenuto tra il 21% e il 23%. Così come lo scorso novembre, anche in queste elezioni sembrerebbe che la popolazione romena abbia scelto l’estrema destra.
Lo spoglio dei voti, quasi del tutto concluso, ha confermato i consensi altissimi di Simion, che si attesta al 40,5% dei voti. Il 18 maggio, quindi, il leader di estrema destra si sfiderà con Nicosur Dan, il sindaco di Bucarest filo europeo, che ha ottenuto il 20,9% delle preferenze, contro il 20,3% del candidato della coalizione di governo, Crin Antonescu.
Nonostante le percentuali piuttosto distanti, il ballottaggio potrebbe essere una corsa serrata. I voti di Nicosur Dan potrebbero infatti aumentare drasticamente in quanto nella sua figura convergerebbero i cittadini filoeuropei che magari al primo turno hanno espresso una preferenza per Antonescu o altri candidati ora esclusi. Secondo il professore di scienze politiche, Sergiu Miscoiu, Simion ora dovrà riuscire a mantenere i consensi alti.
Le reazioni a caldo agli exit poll di ieri sera
“Oggi il popolo romeno ha parlato“, ha dichiarato soddisfatto Simion, aggiungendo però che la corsa non è affatto finita e che quello attuale è il momento di “farsi sentire, nonostante gli ostacoli, nonostante le manipolazioni“. Il candidato si è espresso ai microfoni di Stirile ProTv, che ha poi ascoltato anche le parole a caldo del liberale Crin Antonescu, il candidato filo-Ue sostenuto dalla coalizione di governo Psd-Pnl-Udmr, che ha ricordato come i risultati degli exit poll debbano essere analizzati in quanto tali e come la vittoria sarà decisa solamente quando l’ultimo voto sarà conteggiato.
Intanto, dall’Italia è arrivata il commento del leader della Lega, Matteo Salvini, che ha sostenuto che oggi “il popolo della Romania ha finalmente votato, liberamente, con testa e cuore“, per poi lasciarsi ad andare ad una critica verso l’Ue: “Con buona pace dei ‘signori’ di Bruxelles e dei loro sporchi trucchi“. Anche la leader del Rassemblement Nationale, Marine Le Pen, ha gioito per il risultato ottenuto da Simion, definendolo un “boomerang molto bello per l’Europa“, in riferimento al contestato annullamento delle elezioni dello scorso novembre.
“Il popolo romeno è sempre più vicino a recuperare libertà e sovranità”, ha invece dichiarato il leader degli ultraconservatori spagnoli di Vox, Santiago Abascal, annunciando che quello attuale è l’inizio di una “grande era“, in cui vi sono “Nazioni sovrane, libertà e buon senso, non tirannia, un’ideologia malata e abusi senza fine“.
Attacco hacker filo russo nel giorno delle elezioni
Il governo romeno ha confermato che nel corso della giornata il gruppo di hacker filorussi, NoName057 (16) ha lanciato un cyberattacco contro siti governativi e del candidato della coalizione di governo Crin Antonescu. La prima segnalazione è arrivata dal giornalista indipendente Victor Ilie, ripreso da Digi24 e poco dopo lo stesso gruppo di hacker ha rivendicato l’attacco, affermando su Telegram di aver “inviato sorprese DDoS” ai portali governativi.
Gli attacchi hanno colpito i siti web del ministero dell’Interno e della Giustizia, che risultavano inaccessibili agli utenti. Sembrerebbe che dopo poche ore i portali siano tornali alla piena funzionalità. Nel primo pomeriggio, poi, una nota del Direttorato ha chiarito che i siti web sono tornati alla normalità a partire dalle 14 ora locale.
I dati del primo turno delle elezioni in Romania
Le urne sono aperte dalle 7 di questa mattina, le 6 in Italia, e verranno chiuse alle 21. Dopo sette ore dall’inizio delle votazioni, in Romania è stata registrata un’affluenza al 25%, ovvero due punti percentuali più alta di quella registrata nelle prime sette ore delle elezioni di novembre.
Un’affluenza abbastanza sostenuta è stata registrata anche tra i cittadini rumeni che vivono all’estero. In Italia sono presenti 161 punti in cui questi possono recarsi per esercitare il loro diritto. Qualora oggi nessun candidato raggiungesse la maggioranza assoluta richiesta, il 18 maggio si avrà il ballottaggio.
Romania, Simion al voto insieme a Georgescu
Questa mattina il candidato di estrema destra George Simion si è presentato al seggio elettorale con Calin Georgescu, vincitore della prima tornata annullata e poi escluso dalle seconde elezioni. “Siamo qui con una sola missione, il ripristino dell’ordine costituzionale, il ripristino della democrazia“, ha dichiarato il leader del partito Aur (Uniti per la Romania), aggiungendo che, se venisse eletto, l’obiettivo del suo mandato sarà quello di “mettere al primo posto il popolo romeno” e “fare giustizia per la Romania“.
Simion è favorito in questa elezione con i sondaggi che stimano otterrà tra il 29% e il 34% dei consensi. Al secondo turno potrebbe essere in competizione con il liberale Crin Antonescu, accreditato di un consenso oscillante tra il 21% e il 26%, o con l’indipendente Nicosur Dan, riformista pro-Ue, che i sondaggi danno tra il 19% e il 23%.
La decisione dell’annullamento delle prime elezioni
La decisione dell’annullamento delle elezioni di novembre era da imputare alla presenza di irregolarità nel finanziamento della campagna elettorale del candidato vincitore e le pesanti accuse di interferenze russe sul voto, in particolare attraverso campagne di disinformazione su TikTok.
In seguito al provvedimento della Corte Costituzionale romena, Georgescu si era ricandidato nuovamente, per poi essere estromesso dalle prossime elezioni in Romania da parte della commissione elettorale di Bucarest. Nel mentre è finito sotto inchiesta con accuse di attentato all’ordine costituzionale e creazione di un’organizzazione ultra-razzista.
L’ascesa dell’ultra-destra in Romania
Al posto di Georgescu si è candidato George Simion, il quale si è espresso, dal momento dell’annullamento dei voti, a sostegno del predecessore e contro la tirannide di Bruxelles, rea di aver architettato l’invalidamento dei seggi di novembre per evitare la salita al potere dell’estrema destra.
Il leader del partito nazionalista AUR punta a trasformare le elezioni “rubate” in una vittoria e la sua promessa di “mettere la Romania al primo posto”, sopra l’Unione Europea, sta riscuotendo molto successo nel Paese, infatti, ad oggi, sembra il favorito per il “nuovo” primo turno. Anche per il seguito che ha riscosso su TikTok tra i più giovani.
Alle elezioni parlamentari dello scorso novembre è arrivato secondo ottenendo circa il 18% dei voti. I sondaggi si attendono che possa ottenere tra il 30% e il 35% dei voti alle presidenziali.
Simion negli ultimi anni avrebbe annunciato il suo sogno di costruire una Grande Romania che includa Moldavia e parti dell’Ucraina. Retorica che ha dovuto mettere da parte in campagna elettorale per avvicinarsi al pensiero della maggior parte della popolazione romena.
Per la prima volta dal rovesciamento del comunismo di Ceausescu, un partito di estrema destra è in testa ai sondaggi per le elezioni presidenziali della Romania. Le previsioni rispettano la formazione del Parlamento poiché anche lì la presenza oltranzista è nutrita: l’estrema destra rappresenta circa il 35% dei seggi.
I candidati centristi filo-UE
Secondo le attese, sotto Simion si dovrebbe piazzare Crin Antonescu, il candidato congiunto della coalizione tripartitica di governo pro-Ue composta da Partito Socialdemocratico (PSD), Partito Nazionale Liberale (PNL), di cui è stato anche leader, e Alleanza Democratica degli Ungheresi in Romania (UDMR), da tempo filo-Orban. Nonostante i tre partiti siano considerati centristi, dal profilo moderato e sensibili alle politiche europee, negli anni hanno sviluppato un carattere nazionalista.
Nicusor Dan è il sindaco di Bucarest dall’ottobre 2020 e si candida alle presidenziali in Romania come un indipendente progressista liberale. A differenza di Antonescu e, chiaramente, di Simion si è espresso a favore del sostegno incondizionato all’Ucraina.
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